martedì 28 febbraio 2017

LA BRUTTISSIMA SENTENZA DI TRENTO

Legame biologico contro volontà di cura, così recita la sentenza che la corte d'appello di Trento ha emesso.
Molto significativa questa opposizione, riducendola all'essenziale l'opposizione è tra biologia e volontà.
 
La biologia rappresenta i limiti, la nostra biologia rappresenta i nostri limiti, la consapevolezza della biologia rappresenta la consapevolezza di avere dei limiti insiti nel fatto stesso che non ci siamo fatti da noi...
Strano destino quello di alcuni importanti concetti, sul linguaggio che è una creazione interamente umana si rivendica autorità sia nel suo uso sia nel correlare il rispetto di alcune regole sintattiche a conclusioni di carattere ontologico, mentre contemporaneamente la biologia del tutto al di fuori del nostro controllo, pretendiamo di regolarla, portati fuori strada da alcuni clamorosi successi, senza apparentemente capire che non siamo assolutamente in grado neanche di riconoscere tutti gli effetti di un intervento a quel livello. 
 
La distruttiva ideologia liberale ha evidentemente catturato interamente tali giudici che non si sono tirati indietro dalla affermazione perentoria della prevalenza della volontà soggettiva anche con i suoi caratteri intrinsechi di volubilità, di condizionamento ambientale sul nostro stesso modo di essere.
 
No, cari giudici, la biologia prevale sempre anche quando pensiamo di poterla ignorare o violare in modo clamoroso e prima o poi ci presenta il conto.
 
Ci sono altri due elementi che vengono in evidenza in questa sentenza.
L'uno è che già oggi al soggetto che riesce in qualche modo artificiale a farsi un figlio su commissione, alla fine la genitorialità non viene tolta, quel che si pretende in più è che il soggetto non genitore biologico deve avere il diritto di diventarlo legalmente perchè si dice i figli hanno diritto a due distinti genitori.
Ora, questa cosa dei due genitori è una cosa ultraconservatrice, in altro ambito quelle stesse parti che rivendicano la doppia genitorialità, sarebbero pronti a farsi crocifiggere per sostenere il diritto di una singola persona a potere anch'ella avere diritto ad essere genitore. 
 
Sostenere nell'ambito di un rapporto omosessuale il diritto ad uno schema tradizionale ha davvero del paradossale. 
 
Un uomo e una donna costituiscono una coppia genitoriale in quanto entrambi concorrono alla procreazione, rivendicare la coppia in caso di una coppia omosessuale, ha del paradossale visto che manca il presupposto iniziale.
 
Infine, i giudici sostengono che devono prevalere i diritti del minore ma anche questa affermazione ha un aspetto paradossale come si può desumere da un esempio. Immaginiamo che io voglia occuparmi di un bimbo ed a questo fine uccido tutte le persone che potrebbero prendersi cura di lui, e me lo porto a casa come se fosse mio figlio. A quel punto, secondo il principio sostenuto dai giudici, deve prevalere il diritto del minore ad avere il genitore che nei fatti si è costituito come tale. Insomma, così non si fa che incentivare la violazione della legge a favore della situazione di fatto.
 
Brutto episodio, bruttissimo, quando dei giudici si sentono investiti da una missione ideologica tanto da ergersi a legislatori.

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