mercoledì 6 gennaio 2016

L'ARABIA SAUDITA, UN PROBLEMA INELUDIBILE PER GLI USA E PER L'EUROPA

Il 9 dicembre scrivevo:...


"La notizia del giorno, pressocchè ignorata in omaggio ad una lunga consuetudine dalla stampa mainstream, è la riunione anti-Assad organizzata dai sauditi.
Apparentemente, malgrado i tanti che affermano senza alcuna incertezza che i bombardamenti all'ISIS non abbiano provocato danni, evidentemente li hanno provocati, tanto che il loro principale sponsor, appunto i sauditi, hanno dovuto prendere la grave decisione di assumere un ruolo di protagonista più direttamente implicato nei conflitti in corso, in sostanza assumendosi l'onere del coordinamento di tutte le forze sunnite di opposizione in Siria.
Adesso, le carte sono scoperte, da una parte gli sciiti, appoggiati dai russi, dall'altra le monarchie del golfo, come noto di una delle principali fazioni sunnite, che utilizzavano un vasto arco di forze apparentemente diversificate e perfino ostili tra loro. Ora, i sauditi escono allo scoperto, ed evidenziano come tutte queste differenti formazioni non siano altro che marchi da utilizzare con lo scopo principale di fare confusione.
Un altro dato risulta importante, ed è il crescente coinvolgimento della Turchia, divenuta a questo punto un vero e proprio partner dei sauditi che, a questo scopo, hanno escluso una formazione curdo-siriana che ad Erdogan non garba.
Da parte sua, la Russia ha tolto agli iraniani l'iniziativa nella zona di Homs, assumendosela in prima persona.
In tal modo, il confronto militare tra Russia e monarchie del golfo è ormai palese, esplicito.
La domanda del giorno è naturalmente quale sia il ruolo giocato dalle potenze occidentali, che si ritrovano a fianco la Turchia come componente della NATO, che dichiarano di bombardare l'ISIS, che dichiarano di essere contro-Assad, che dichiarano di volere avere un rapporto di collaborazione con la Russia, che continuano a considerare i sauditi del partners commerciali di enorme importanza.
Ma scusate, com'è possibile dire che ha ragione Hollande a bombardare e Renzi a non farlo? In questa situazione di confusione, astenersi è il minimo sindacale richiesto."

Mi pare che gli ultimi sviluppi degli eventi nel vicino oriente (smettiamolo di chiamarlo medio, quello è medio dal punto di vista degli USA), con le tensioni in crescita tra Iran e stati del golfo a guida saudita, dimostrino incontrovertibilmente quali siano gli schieramenti opposti che si confrontano, confermando la mia analisi. 

Questa escalation ha due cause meno recenti, l'una l'accordo sul nucleare iraniano, patrocinato dagli USA, l'altro la successione al trono saudita con il nuiovo giovane sovrano molto influenzato da un capo religioso particolarmente intransigente, ed una molto vicina, l'avvicinamento tra USA e Russia, almeno sul teatro siriano. In effetti, Obama è furioso perchè capisce che la mossa saudita che ha dato inizio a questa fase così tempestosa, è rivolta proprio a lui, tende a metterlo in difficoltà rispetto alla politica equilibrista finora tenuta dagli USA. 

Oggi, tutti piangono per questa escalation della tensione, ma io sarei più cauto. 
Consideriamo che una delle conseguenze che dovremmo considerare positive di questi ultimi sviluppi è che finalmente si fa un po' di chiarezza, e che proprio gli USA siano in qualche misura costretti a finirla con questo atteggiamento equivoco. 

Diciamo che oggi non sono solo gli USA a dovere chiarire i loro rapporti coi sauditi, ma mi pare che anche gli stati europei e la stessa Italia dovrebbe finirla di considerare quel paese e quel regime teocratico oscurantista come un interlocutore valido. 

Pecunia non olet dicevano i romani, ma la verità è opposta, a volte il denaro puzza terribilmente, e bisognerebbe finirla di avere paura di quegli stati, solo perchè ricchi e grandi produttori di greggio. Abbiamo tollerato cose incredibili da quel paese, dove alle donne è proibito persino guidare le automobili, recentemente gli si è data la presidenza della commissione ONU sul rispetto dei diritti umani, il che suona come una beffa considerata la morale di chi lì comanda.

Ora, è il momento di dire basta, quest'ultimo episodio mostra a chi non è cieco che ISIS e Arabia Saudita sono la stessa identica cosa, e, come nessuno oserebbe dichiarare di vendere armi all'ISIS, così finiamola di vendere armi anche a questo paese ormai sempre più incamminato verso un fanatismo pseudoreligioso. 

Se perfino dopo questi ultimi atti, l'occidente volgerà lo sguardo altrove facendo finta di niente, allora ciò costituirà un segnale di arrendevolezza, vorrà significare che pur di continuare a lucrare, l'occidente è pronto ad accettare qualsiasi sviluppo del fanatismo religioso più estremo. Vogliamo forse lasciare che la Russia di Putin costituisca l'unico argine a questo dilagare del fanatismo di un certo tipo di islamismo?

Alcuni sostengono che le dispute religiose sono solo un pretesto rispetto agli interessi geopolitici, dell'ambizione di costituire la potenza regionale dominante. Magari, dico io, fosse così, sui rapporti di forza si può discutere, un accordo è possibile. Ciò che invece non è contrattabile è quale sia la religione che debba prevalere.  

Bisogna imporre ai governanti europei che si attui da subito un embargo sulle armi nei confronti di questi paesi, togliendo loro almeno gli strumenti diretti che gli permettono di portare avanti questo piano di espansione della propria area di influenza con connesse teorie oscurantiste.

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