venerdì 10 luglio 2015

IL DISASTROSO CAPOLAVORO COMPIUTO DA TSIPRAS PER IL TOTALE TRIONFO USA

Oggi, tutti sembrano dare per scontato il raggiungimento dell'accordo tra Grecia e creditori.
Sembrerebbe altresì che tale accordo sia pessimo, perchè Tsipras avrebbe ceduto praticamente su tutto, ottenendo soltanto la riduzione del debito, ma concedendo perfino le privatizzazioni di importanti strutture statali (si parla esplicitamente di porti ed aeroporti).
Tenendo le opinioni distinte dai fatti, questo accordo concederebbe alla UE molto più di quanto non facesse l'accordo che Tsipras aveva a suo tempo rifiutato, tranne sullo specifico punto della riduzione del debito.

Ebbene, sarò drastico, trovo questa conclusione della vicenda pessima, sia negli specifici contenuti dell'accordo, inclusa la riduzione del debito, che nei suoi aspetti simbolici come tenterò di argomentare nel seguito...

In attesa di avere a disposizione il testo ufficiale dell'accordo, si sono diffuse notizie per cui Tsipras ha ceduto totalmente su tutta la linea, quindi sulle aliquote IVA, sulle età di pensionamento, su una nuova disciplina fiscale ed infine, la notizia è di ieri, sulle privatizzazioni, pur di ottenere una riduzione, non sappiamo ancora in quale misura, del debito.
Non spenderò altre parole per spiegare perchè la sottrazione di sovranità della Grecia sia negativa, anche perchè ceduta ai soliti squali della finanza internazionale. La questione della privatizzaizone è particolarmente grave perchè rappresenta potrei dire "fisicamente" una mortificazione degli stati rispetto ai privati globali. 

Al di là degli aspetti concreti, esaminiamo adesso quelli simbolici. 
Qui, se possibile, le cose sono messe ancora peggio. 
Cosa rimarrà alla fine di questa vicenda nell'immaginario collettivo europeo? 

Rimarrà che il risultato, tra l'altro in termini clamorosi, del referendum non riesce a spostare di una virgola i termini della discussione, che i memorandum varii hanno la prevalenza, che quindi chiamare il popolo ad esprimersi non rappresenta il dato decisivo, l'ultima parola, è soltanto una mossa tattica di rilevanza limitata in una lunga trattativa. 

Questa settimana che si va chiudendo ci lascia quindi alcuni risultati indiscutibili. 

Il primo è la clomorosa sconfitta della democrazia, uno strumento da quattro soldi da utilizzare per finalità altrove definite. 

Il secondo è la vittoria completa degli USA, un vero trionfo che stride nettamente con il processo di declino progressivo che si nota su tutti gli altri scenari geopolitici. 
In primis, abbiamo il passaggio del TTIP al parlamento europeo, un risultato che farà storia nella totale inconsapevolezza di quei servetti messi lì per assecondare piani senza discussiioni e soprattutto senza neanche comnprenderne il senso complessivo e la loro incidenza sulla vita delle singole persone e sul destino stesso dell'umanità. 
Ora, abbiamo la conclusione di questo lunghissimo contenzioso UE-Grecia proprio nei termini nei quali gli USA voleva che ciò avvenisse. La UE tiene ancora e il popolo greco è stato sacrificato sull'altare dell'ordine mondiale sotto il comando della cupola finanzairia globale. Perde Syriza ma perde anche la Germania della Merkel e soprattuto della Bundensbank e di Schaulbe che avrebbe volentieri espulso la Grecia dalla zona euro. La forza che più tiene all'unione, cioè gli USA, ci riescono sacrificando anche i rapporti con la Germania che suppongono sono oggi giunti ad un minimo.

Ce n'è un terzo, chiedendo agli altri stati di abbonare parte del debito, sarà utilizzato in modo sfrenato per la destra antieuro per prendere l'iniziativa, relegando tutte le altre forze antieuro al buio, lontano dai riflettori dei media. 

Tsipras ha fatto sì un capolavoro, ma l'ha fatto nel senso esattamente opposto a come credono alcuni sinistri di bocca buona nostrani. 
Per questo, penso che sia un pregiudizio saggio avere riserve verso chi si dichiara di sinistra, un pregiudizio sulla sua stessa capacità di interpretare in modo ragionevole la realtà, tutti presi in un delirio di buoni sentimenti. 

Un vero disastro da cui saremo nostro malgrado costretti a ripartire come possiamo. 

Abbiamo però appreso una lezione che ormai non è lecito mettere in dubbio, i più pericolosi nemici della democrazia non sono gli euroentusisasti neoliberisti, quelli sono al di sotto del livello di decenza ed indigesti a qualsiasi buon democratico, ed anche incapaci di trattenere i loro peggiori istinti nazionalisti, perfino a costo di autodanneggiarsi.

No, i più pericolosi nemici della democrazia sono proprio quelli dell'altra Europa, che nella loro totale insipienza, si rendono strumenti passivi ed inconsapevoli di tutto il peggio che lo scenario geopolitico contemporaneo ci consegna.

Diffidate quindi di costoro, non pochi, visto che rappresentano la stragrande maggioranza del popolo di sinistra. 

Chi è contro questa europa, la vuole distruggere, non riparare senza sapere neanche come farlo, da dove ripartire, e come rendere nel frattempo inoffensivi coloro che oggi, e non domani, ne hanno le chiavi ed il potere e ne determinano le scelte, ignorando totalmente l'opinione degli elettori europei.

5 commenti:

  1. Pensare di unire dei popoli con l'adozione di una moneta è stata una follia scoperta sin dall'inizio, che solo la mente bacata di un usuraio avrebbe potuto concepire.
    L'unica nota positiva della faccenda greca è stata vedere la dignità e il coraggio di questo popolo.
    Ritengo anch'io che questa Europa non sia emendabile, pertanto o si accetta o si esce.
    Ma come si esce? E' questo il punto cruciale che nessuno chiarisce, su cui nessuno da indicazioni.
    Un primo passo, a mio parere, sarebbe fare chiarezza sulla parola austerità, ormai dolosamente confusa con i ricatti e l'usura del mondo finanziario, Eppure come uscire se non accettandone le conseguenze, puntando all'essenziale e alla dignità umana, cioè l'essenza stessa dell'austerità?
    Paolo Federico

    RispondiElimina
  2. I greci hanno dimostrato coraggio (dubito che in Italia sarebbe successo) ma i puzzoni hanno dimostrato che non serve. In un modo o nell'altro qualsiasi decisione non terrà conto del Loro coraggio. Ho anche la sensazione che il ministro dimessosi ha capito quello che stava accadendo e non ha partecipato al banchetto.
    p.s.: leggo che Italia e Grecia sono i paesi dove c'è stato il maggior aumento di miliardari nell'ultimo anno. Beh, sarà un errore!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Aldo, i greci hanno fatto ciò che la persona in cui credevano chiedeva loro. Non hanno perciò responsabilità alcuna del modo in cui tale consenso viene gestito.
      Quel referendum non poteva presentare alcuno sbocco positivo, ed è un miracolo che abbia vinto il no senza portare ulteriori conseguenze negative.
      Che la vittoria del no non avrebbe portato a niente credo sia evidente a chiunque oggi, ma per favore non parliamo di tradimento di tsipras, le cose erano chiare già dalle elezioni europee dell'anno passato.
      E' la linea dlel'altra Europa che esce sonoramente sconfitta dalle vicende di questi giorni, ma vedo leggendo qua e là che si stenta a comprenderlo. Amen!

      Elimina
  3. Sì, Paolo Federico, ma magari chiamiamola sobrietà e non austerità. Questo cambiamento lessicale implica che non ci si sottopone ad una volontà estranea, come scolaretti al maestro, ma cittadini adulti e consapevoli che prendono coscienza della distruttività insita in certi tipi di consumi in questa società.

    RispondiElimina
  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina