domenica 24 maggio 2015

LA DERIVA ANTIDEMOCRATICA DEL GOVERNO RENZI

Venerdì, è stata la giornata del disvelamento della reale natura del governo in carica.
In quel giorno, è apparsa l'intervista al Corriere della Sera di Padoan, ed in serata l'intervista durante la trasmisisone "Bersaglio mobile" allo stesso presidente del consiglio Renzi.
 

Ebbene, entrambe queste interviste, pur riguardanti questioni differenti, e pur rilasciate da due differenti membri del governo, convergono tuttavia verso una uguale direzione, quella che mostra l'ideologia che sottosta a questo governo.
Il ministro Padoan non so se capisca le implicazioni delle cose che dice o se invece non ne ha l'intelligenza, ma in sostanza confessa che egli è contrario alla divisone dei poteri che è parte fondamentale di uno stato di diritto. 


Se davvero il presidente della consulta, prima di emettere la sentenza, avesse consultato il governo, avrebbe compiuto un atto gravissimo.
Possibile che Padoan non sappia cosa sia una costituzione democratica, come debbano essere abilmente costruiti pesi e contrappesi proprio per evitare che un singolo organo istituzionale possa da solo determinare i destini della nazione?
 

Se volete sapere la mia personale opinione, Padoan ha un cultura politica antidemocratica di cui probabilmente non è neanche consapevole.
L'unica cosa che apparentemente ben conosce è chi gli da' gli ordini, che poi è quel grumo di potere che gravita attorno a Bruxelles e quindi egli pone come priorità assoluta il rispetto dei famigerati parametri di Maastricht. Tra rispetto della costituzione e ubbidienza ai parametri dell'eurozona, egli non ha dubbi, deve prevalere questo secondo elemento. 


La verità è che su questa faccenda delle pensioni, non sanno davvero cosa fare, ed alla fine hanno scelto una via dilatoria.
Già ho dedicato un post a questa questione, ed al fatto che politici e stampa non distinguono tra il fatto che le sentenze della consulta sono retroattive, mentre le disposizioni di legge non possono esserlo.
 

Così, nessuna legge potrà intervenire su date che precedono la sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, mentre gli effetti della sentenza partono dal momento dell'approvazione della legge Fornero. Non v'è alternativa al pagamento integrale delle trattenute intervenute per effetto dell'applicazione della legge Fornero per il lasso di tempo che intercorre tra i due provvedimenti di legge (la Fornero e quella futura definita dal parlamento). Qualunque ricorso alla giustizia amministrativa, dovrà dare ragione al pensionato, costringendo il governo a pagare a piè di lista, e quindi si tratta soltanto di ritardare il più possibile questo pagamento. 

Nella stessa giornata, Renzi ha fatto la sparata sul sindacato unico. Ora, io mi chiedo cosa c'entra il govenro col sindacato, che tipo di competenza istituzionale ha un governo su un organismo così delicato per il suo ruolo sociale.
L'unica spiegazione è che Renzi e i suoi ministri pensano di dovere scegliere non soltanto come gestire il paese, non solo di cosa il parlamento si debba occupare ed approvare (visto che ormai in parlamento si discutono solo le proposte governative), non solo deve dettare ai giudici cosa debbano sentenziare, ma vuole pure scegliersi il proprio interlocutore, chi debba rappresentare i lavoratori.


Diciamoci la verità, si tratta di un goverrno golpista che sta già ampiamente fuori dalla costituzione, e credo che Mattarella qualcosa dovrebbe fare, ma di questo parlerò in un'altra occasione.

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