sabato 28 giugno 2014

A PROPOSITO DEL VERTICE EUROPEO: IL CLAMOROSO FLOP DI RENZI

Vediamo di fare un bilancio dal punto di vista dell'Italia, almeno sulla base delle informazione disponibili. 
Renzi aveva preannunciato tre differenti obiettivi che si proponeva...

Il primo era quello che le nomine fossero tutte contestuali. Mi pare che le cose siano andate diversamente, il suo furbo tentativo di legare l'accettazione di Junker alla guida della commissione al ruolo di alto rappresentante della politica estera alla sua Mogherini è totalmente fallito, ed anzi a conclusione del vertice si è pure affiancato il nome di D'Alema, un competitore non da poco, viste le conoscenze ed appoggi di cui questi gode in ambito europeo. 

Il secondo era quello di coinvolgere maggiormente l'europa nell'operazione di salvataggio di profughi, e non risulta che su questo fronte ci siano novità: secondo plateale fallimento. 

Infine il terzo e più importante obiettivo, dare una svolta alla politica economica europea. Ebbene, il vertice si conclude sancendo che si userà flessibilità verso chi realizza riforme. 
Ebbene, l'Italia, a partire almeno dal governo Monti, non ha fatto altro che sottoporsi a riforme, con un martellante messaggio da parte di Napolitano & co. che le qualificava come indispensabili e nello stesso tempo risolutive. Malgrado l'evidenza sperimentale opposta, che ci offriva una riduzione del PIL, un aumento vertiginoso della disoccupazione, e paradossalemnte un'accelerazione nell'aumento del debito pubblico, e che quindi rendeva per confronto la grigia politica economica a guida Tremonti, quella dei famosi tagli lineari, come largamente positiva, il governo letta continuava imperterrito sulla stessa strada, con risultati equivalenti. 
Un osservatore obiettivo, uno che insomma si ponesse rispetto a tali eventi con lo stesso spirito neutrale di uno sperimentatore nel campo delle scienze sperimentali, non potrebbe che concludere che in effetti sono proprio le riforme la vera causa del peggioramento verticale della situazione economica. 

A questo punto, qualcuno potrebbe obiettare che bisogna entrare nel merito delle riforme, ma se questa fosse la via giusta, allora al vertice appena conclusosi essa non è stata per niente imboccata. Si parla genericamente di riforme senza ulteriori specificazioni, mentre risulta chiaro a tutti che esse debbano stare in linea con i trattati europei, direi soprattutto con una certa filosofia europea, quella del rigore di bilancio, quella che vede come fumo negli occhi un intervento attivo degli stati sull'economia, aspettando il Godot della risposta provvidenziale del mercato, credendo così profondamente in una simile sciocchezza con uno spirito fanatico simile a quello di quei musulmani disposti a fare da bomba umana per sostenere la causa dell'Islam. 
Non entrare nel merito delle riforme, porta inoltre diritti diritti a concedere ulteriori quote di potere a questo gruppo di potere che, messosi alla guida dell'europa, non intende mollare oggi, fregandosene allegramente dell'evidente calo di consenso elettorale come sancito dalle recenti elezioni europee.  

Concludendo, possiamo tranquillamente affermare che Renzi da questo vertice non ha ottenuto che una emerita minchia. Ci si contenta dell'espressione "flessibilità in funzione delle riforme", sapendo che gestiranno tutto le strutture burocratiche europee che ubbidiscono totalmente alla Merkel (vorrei vedere se Junker tradirebbe mai la sua grande elettrice), e lo potranno fare con un maggiore grado di discrezionalità rispetto al passato, visto che si potrà ascrivere il  potere dui decidere se una data riforma vada bene, sia insufficiente, o sia del tutto errata, ed inoltre la flessibilità vedrà la gestione di questi stessi organismi comunitari.

Mi pare che si confermi pienamente, in accordo con quanto affermavo nel precendete post su questo blog, un profilo politico superiore a tutti gli altri politicanti della merkel, che coglie in quest'ultimo vertice più che un successo, un vero trionfo. La germania ha in effetti bisogno di uno stimolo alla domanda per scacciare rapidamente quei primi segni di deflazione che si sono già manifestati, e quindi la merkel potrà contrabbandare una timida apertura sull'aumento della liquidità monetaria come una concessione all'Italia di Renzi, ma mantenndo in pieno i vincoli esistenti, cosa che Renzi non smette mai in nessuna occasione di volere mantenere, cadnedo così in una contraddizione insanabile con sè stesso e con la famosa svolta che egli declama come ecessaria per l'europa intera. 

In che cosa dunque Renzi è differente da un Letta qualsiasi? Apparentemente, ciò che si osserva come cambiamento è solo e soltanto l'atteggiamento della stampa, mai prima così servile verso il nuovo potente, mai così menzognera nel presentare i risultati politici, una vera fabbrica di disinformazione. Chi vorrà cambiare l'Italia, si dovrà necessariamente occupare prioritariamente del settore mediatico che appare oggi come il peggiore nemico di un qualsiasi progresso.

Sulla sorte di Renzi, secondo me i giochi non sono ancora fatti. Non credo onestamente che i suoi padroni americani possano essere soddisfatti dei risultati del vertice, un vero flop per tutti coloro che ambivano a qualche allentamento del rigore che non risulta da nessun atto del vertice. Analogamente, la complessa convivenza con napolitano non trarrà benefici dallo scontro su letta, presumibilmente sostenuto a spada tratta dal capo dello stato e su cui Renzi è guasconamente intervenuto in modo esplicito senza che apparentemente ve ne fosse alcun bisogno. 
Mi pare che la tempistica sia essenziale. Se Renzi vuole capitalizzare il risultato lusinghiero delle europee, dovrebbe essere lesto a concludere la legislatura, prima che le evidenze di inconcludenza della sua politica a fronte dei romboanti proponimenti chiudano subito la stagione di luna di miele con l'elettorato. Ciò non è facile, perchè egli deve trovare una motivazione adeguata che ponga queste elezioni anticipate come da lui subite, senza peraltro dimenticare che lo scioglimento delle camere è esclusiva prerogativa del capo dello stato, che potrebbe avere motivi consistenti per allungare il più possible il brodo. 

Vedremo, basta nel frattempo interpretare i vari passaggi politici in maniera opposta da come vengono presentati dalla stampa di regime, e si hanno ottime possibilità di avere la corretta informazione.

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