venerdì 19 luglio 2013

NAPOLITANO, OVVERO LA DISASTROSA PERVICACIA DEL POTERE MONDIALE

Come ho detto su un blog già parecchio tempo fa, sono diventato sempre più pessimista. Man mano che diventa sempre più chiaro ed evidente che le ricette proposte a livello mondiale ed assunte a proprio modo dall'Europa si dimostrano del tutto inidonee a risolvere od anche solo ad alleviare la crisi economica in atto ormai da anni, chi le propugna, quel potere sostanzialmente anonimo e non legittimato democraticamente che governa di fatto il mondo, invece di arrendersi all'evidenza dei fatti, da' una risposta che non può che apparire disperata nel suo volere imporre soluzioni che sono solo l'inasprimento delle misure fin qui assunte e che hanno mostrato senza ombra di dubbio la loro carica distruttiva, esportando nell'economia reale la crisi finanziaria che sta alla base dell'attuale situazione...

L'intervento a gamba tesa di ieri di Napolitano mostra appunto la disperazione di questo potere che Napolitano ha così esplicitamente deciso di interpretare, e nello stesso ne mostra la ferocia e la determinazione ad andare avanti senza badare alla devastazione che lascia attorno. 
Non credo di essere il solo a riscontrare in quest'ultimo intervento di Napolitano una carica di violenza mai vista prima, il che ne mostra la cecità e nello stesso tempo la debolezza, solo la disperazione può spiegare tanta violenza, tanta carica di minacce rivolte all'intero mondo politico. 
Se chi sta così in alto, e qui non mi riferisco soltanto al livello istituzionale, ma anche al chiaro credito di cui Napolitano gode negli ambienti mondiali finanziari, decide non di rivolgere un cauto monito al mondo politico del proprio paese, ma pronuncia parole di fuoco oggettivamente minacciose verso chiunque si opponga al suo disegno, ciò può soltanto voler dire che il timore che il potere ha di cadere rovinosamente, è ulteriormente aumentato, e che nel contempo non cede la volontà di mantenere tutti i privilegi di cui il potere gode, come un bambino che si ribella ai genitori pur sapendo che rischia fortemente di essere severamente punito. 
Nel complesso, il discorso di Napolitano non raggiunge neanche la sufficienza, le sue considerazioni appaiono modeste ed inconsistenti, come quando egli dice che le conseguenze di una cadutta del governo Letta sarebbero irreparabili. Presidente, guardi che l'irreversibilità è nelle cose: crede forse che i danni che la sua politica ha provocato al ssitema produttivo italiano siano rimarginabili? Si potrà certo tornare a crescere e soprattutto a dare lavoro alle persone, ma i danni, quelli rimarranno ad imperitura memoria,  e quindi ciò che lei dice o è un'ovvietà o è un a falsità se immagina che solo la caduta del governo Letta darà danni irreparabili (insomma un'affermazione metà nell'ovvio e metà menzognera).
Come dicevo all'inizio, tutto ciò mi conferma nella mia pessimistica impressione che l'umanità andrà incontro praticamente a livello mondiale ad un disastro che appare sempre più inevitabile dato che chi guida non intende cedere il volante anche sapendo che l'esito della corsa sarà disastroso e che gli altri passeggeri non sono sufficientemente determinati a costringere il conducente a lasciare la guida.

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