venerdì 14 giugno 2013

L'ITALIA NEL CAOS? NON SIA MAI, MEGLIO IL TRACOLLO MA BEN ORDINATO

Io mi chiedo: ma quando sarà l'ora di dire basta? Quando questi tutori dell'ordine politico che ci lanciano moniti per evitare che l'Italia finisca nel caos saranno pronti ad ammettere che il caos è l'unica via d'uscita da una situazione che ci porta invece ordinatamente verso il tracollo totale? 
Mi chiedo perchè l'umanità tende sempre verso le credenze irrazionali tanto da non sottoporre ad alcuna verifica sperimentale le scelte di natura collettiva...

Questa ideologia rigorista che c'ha portato a una fase che tecnicamente non è più di recessione, ma molto più grave, di depressione economica, non ammette dubbi, questi elargitori di moniti, e molti di questi sono giornalisti, non so se mi spiego sulla compatibilità tra tipo di professione e modo di parte di esercitarla, ci spingono fermamente ad inabissarci senza discutere e senza obiettare. E' come se ci fosse alta marea e noi dovessimo stare fermi, non arretrare o addirittura avanzare ancora e morire asfissiati dal mare che lentamente ci sommerge. 
Lo devo ammettere mio malgrado, credevo che Monti fosse il peggio che ci potesse accadere, ma no, mi sbagliavo, c'è qualcuno ancora peggiore, è Enrico Letta che non solo porta avanti una politica economica analoga, ma la nasconde con parole di speranza prive di qualsiasi fondamento, un imbonitore che fa le stesse cose di Monti, ma pretendendo di essere quello che apre la nuova fase con la ripresa al centro della sua politica. 
In verità, non si può servire due padroni. Il governo non può fingere di potere contemperare il rispetto dei vincoli europei e nello stesso tempo indurre una fase che porti nuova occupazione, si tratta con tutta evidenza di due obiettivi alternativi e tra loro incompatibili. Se Saccomanni e lo stesso Letta non sono dei totali ignoranti, non possono che convenire su questa affermazione, e quindi se fanno finta di riuscire ad avere contemporaneamente la botte piena e la moglie ubriaca, mentono spudoratamente di fronte ad un uditorio rimbecillito che è pronto a bersi qualsiasi assurdità.

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