giovedì 10 gennaio 2013

LA RILEVANZA STORICA DELLE PROSSIME ELEZIONI



Apparentemente, non c’è modo, è impossibile convincere perfino il mondo abbastanza ristretto ed in qualche misura selezionato che gravita nella blogsfera che queste non sono elezioni qualsiasi, come le tante che dal dopoguerra si sono succedute...


Forse, l’unico raffronto adeguato sarebbe con le elezioni del 1948 che però non ho vissuto (vecchio lo sono, ma non così tanto…), in cui si completava il processo di divaricazione e contrapposizione tra le forze che avevano concorso magari in misura differente alla guerra di liberazione dal fascismo/nazismo.

Bisognerebbe rendersi conto che la improvvida decisione di Napolitano prima di chiamare Monti a guidare un nuovo governo, di Berlusconi poi di dimettersi e di Bersani di appoggiarlo senza chiedere nuove elezioni anticipate, ha determinato una nuova fase della politica italiana, ma io direi europea, così che noi possiamo distinguere un prima ed un dopo.

Non solo Monti e l'Europa ci impongono una nuova politica economica basata sui dogmi del più feroce liberismo, ma ciò che viene fuori è l'autoproporsi di una sorta di direttorio europeo in gran parte senza alcuna legittimazione popolare ed in aperto conflitto con le sovranità nazionali, che pretende non solo di determinare le scelte in campo economico, ma anche di ridefinire lo stesso concetto di democrazia.

La frase pronunciata da Monti dell'esigenza di "tagliare le ali estreme", non può essere derubricata a battuta estemporanea, soprattutto se si tiene debitamente conto del pesante coinvolgimento della stessa BCE nel processo di estromissione del governo Berlusconi e della trionfale accoglienza riservata a Monti al vertice europeo del partito popolare: ciliegina sulla torta l'irrituale sostegno esplicito offerto dal presidente francese Hollande, che pure, quale membro autorevole della socialdemocrazia europea, dovrebbe trovarsi all'opposizione rispetto al partito popolare.

Tutto questo indica che un gruppo di potere europeo che è trasversale rispetto alle nazionalità ed alle appartenenze politiche, intende portare avanti una delimitazione del democraticamente accettabile, tacciando di populismo o di destra o di sinistra a seconda dei casi, ogni ipotesi politica che non si collochi in questo campo del compatibile.

Oggi, in Italia, Monti si propone di mettere definitivamente fuori gioco Berlusconi (a proposito, ma siamo poi certi che questi stia a destra di Monti?), instaurando un regime formalmente democratico che veda un centrodestra ferocemente liberista in amichevole opposizione a un raggruppamento di centrosinistra in cui siano tollerati, quasi come i giullari nelle corti medioevali, personaggi come Vendola che abbaiano senza mai mordere, che pretendano a parole di distinguersi, ma poi pronti a schierarsi col papà PD. In questo senso, le frecciatine che Monti periodicamente riserva a Vendola mi appaiono come una sua legittimazione ad avversario politico accettabile in modo da mettere fuori gioco ogni altra e ben più radicale opposizione che si collochi appunto al di fuori di questo terreno di democrazia accettabile da parte di questa eurocrazia.

Proprio perchè ritengo punto dirimente rigettare questa concezione di democrazia ristretta, limito le mie scelte elettorali al polo Ingroia e al M5S, escludendo nel contempo l'astensione proprio perchè trovo assurdo non schierarsi.

Per la mia storia, non v'è dubbio che preferisco ingroia a Grillo, e quindi la scelta è in qualche misura obbligata, e non può cambiare perchè non amo i nomi sui simboli elettorali, perchè ho dubbi su alcuni dei punti programmatici. Immaginate che oggi ci sia da fare una scelta drammatica come capitò ai nostri padri quando scelsero la resistenza armata. Ad armarci, non ci siamo (almeno non ancora), ma alla resistenza senza dubbio sì e non riconoscerlo costituisce una responsabilità di ordine storico.

5 commenti:

  1. Trovi assurdo non schierarsi. Io, al contrario, non lo trovo così assurdo, per diversi motivi. Primo fra tutti la mancanza di qualcosa in cui riconoscersi. Evito di dire qualcuno apposta, perché anche di quello sono stanco, del ridurre tutto alla figura di un singolo: mancano le idee e ci si affida alla buona (o cattiva) volontà di un singolo.
    Per cui non vedo perché mi debba schierare per forza, scegliere per forza il meno peggio quando sai che tutto è peggio: meglio non scegliere.
    Secondo motivo, una pura questione di principio. Si era detto che con questa legge elettorale si sarebbe dovuto smettere di votare, in quanto presa per i fondelli dei cittadini. E invece eccoci ancora qua, segno evidente che fa comodo così a tutti! Beh, basta. Si può anche dire no. A volte si deve.
    Si potrebbe recarsi al seggio e far mettere a verbale che si sceglie di non votare, ma le elezioni resterebbero valide: meglio starsene a casa. Mi sembra una scelta di gran lunga più drammatica, di gran lunga più esasperante: metterli di fronte al fatto che così non li vuole più nessuno.
    Poi lo so, agli italiani piace mettere crocette.... A questo giro fate anche per me. Grazie.

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  2. ventopiumoso10/01/13, 13:38

    condivido la tua analisi, finale escluso. a tal proposito, non so se hai letto questo intervento di giannulli, http://www.aldogiannuli.it/2013/01/cosa-votare-la-camera/, che in altro modo scrivi quello che scrivi tu, non lesinando critiche però né al MV5 né a RC, e proponendo una cosa..
    saluti, a.

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    1. Beh, leggi più attentamente, non sono per niente d'accordo con Aldo Giannuli, come del resto ho detto anche lì se leggi il mio commento lasciato lì.
      Il punto di dissenso più forte è che non è il momento di limitarsi a gesti simbolici, bisogna dare rappresentanza e visibilità a una visione alternativa rispetto alla comune visione dei due maggiori partiti europei che pure prentenderebebro di essere alternativi (popolari e socialdemocratici).

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  3. sì appunto. e la visione alternativa quale sarebbe?

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  4. Personalmente, neanch'io mi schiererò per nessuno dei contendenti, dato che non ritengo che queste elezioni rappresentino un passaggio verso il nuovo.
    Dato che i trattati europei hanno già tolto sovranità nazionale, la questione sarà solo scoprire se chi vince sarà più o meno celere nell'esecuzione dei dettami della UE che, tra parentesi, è un'istituzione non democratica sin dalla sua formazione, visto che tutti i poteri sono in mano ad una commissione non eletta ma nominata.

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