martedì 4 dicembre 2012

RACCONTABALLE, UNA PROFESSIONE DI GRANDE SUCCESSO

E’ solo di pochi giorni fa la dichiarazione di Mario Draghi, presidente della BCE, che pretendeva che dovesse finire il tempo delle favole. Mi chiedo allora, caro Draghi, perché lei per primo si impegni così tanto a sparare le balle più grosse che puoi, come sia possibile nello stesso tempo criticare altri perché raccontano balle, e contribuire in maniera così decisiva al gruppo di eurocrati (e non solo tali, perché le frottole le raccontano benissimo anche gli americani, tanto per fare un esempio significativo), che hanno deciso di barare in maniera così plateale e così coordinata per convincere la gente comune che il problema derivi dal debito pubblico. Vede, Draghi, invece di fare affermazioni senza argomentarle, basterebbe che lei spiegasse perché le banche europee a partire da un anno fa hanno ricevuto dalla BCE la spropositata somma di mille miliardi di euro. Insomma, se il problema è del debito pubblico, che senso può avere che la BCE non trovi cento miliardi da prestare alla Grecia, ma ne trovi dieci volte tanto per salvare delle istituzioni del tutto private? Lei, vede, mente sapendo di mentire, i disavanzi statali sono sempre esistiti e sono del tutto fisiologici, fanno parte dei privilegi della sovranità (e sennò perché lo stato ha facoltà di stampare moneta, tranne che nell’eurozona, ovviamente?). Se ha senso un potere politico, questo non può soccombere a criteri economici stabiliti una volta per tutte, in quanto così è l’economia ad assumere il ruolo più importante (vedi in proposito la vergognosa vicenda del fiscal compact)...


La verità è che è stato il fallimento delle grandi banche dell’area anglosassone ad avere trascinato l’intero sistema bancario in uno stato di insolvenza potenziale, che ha così richiesto che gli stati stampassero moneta per puntellarle.
In questo circolo esclusivo di mentitori professionisti, ci sta anche il nostro presidente del Consiglio, l’altro Mario, Mario Monti. Ieri, in coincidenza con la discesa dello spread sotto il livello simbolico dei 300 punti, se n’è uscito con una battuta spocchiosa che voleva sottolineare come egli sia vicino al raggiungimento del traguardo del dimezzamento dello spread da quando è premier. Guarda Monti che tu e la tua distruttiva politica economica non c’entra nulla col calare dello spread: al contrario, la improvvisa caduta di svariate decine di punti dello spread, va messa in relazione con eventi che non riguardano direttamente l’Italia. Ieri, da una parte il governo spagnolo si è arreso cedendo pezzi di propria sovranità a favore di BCE, commissione europea e FMI, dall’altra si è trovato uno straccio di accordo sulla ristrutturazione del debito greco. Si tratta di evidenze sperimentali, e del resto in quale altra occasione lo spread era sceso sotto i 300 punti? Guarda caso a febbraio, quando la BCE aveva emesso la seconda tranche di prestiti di favore alle banche europee di cui dicevo prima. I risultati che i mercati vogliono sono questi, ciò che fai tu in Italia di distruzione dei settori produttivi, di aumento galoppante della disoccupazione, viene certo considerato benemerito, ma sono quisquiglie, di fronte a ciò che avviene complessivamente nel mondo, tu una mano al disastro mondiale la stai dando coscienziosamente, come un bravo scolaretto, ma non pensare di trasformarti da esecutore di ordini altrove impartiti a protagonista, stai al tuo posto!
E comunque, ormai ci siamo, dopo la Spagna toccherà all’Italia, questo meccanismo non è di alcun aiuto effettivo, indebitandoti, guadagni solo tempo, il tempo necessario perchè la grande finanza tramite FMI e BCE si impadronisca dello stato e seguiti a pagare i creditori. E chi sono i creditori se non le grandi banche tecnicamente fallite, che stanno in piedi con i soldi di quegli stessi stati da cui pretendono tassi sempre più alti per sopravvivere ancora per un po’?
Siamo alla follia organizzata, la grande finanza ha decretato la fine del sistema bancario globalizzato, ed adesso non ha di meglio da fare che tentare di postergare il più possibile il momento del redde rationem, di fronte a una classe politica mondiale di pusillanimi eventualmente anche collusi, incapaci di fare qualcos’altro di differente dall’essere succubi di questi grandi capitalisti.
Che poi se uno se ne esce dicendo che bisogna dare default, si prende l’epiteto di populista irresponsabile: ma Bersani, quale sarebbe l’alternativa, visto che il fallimento globale non è più evitabile in alcun modo?

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