sabato 10 marzo 2012

I POTENTI E LA POLITICA

E' inutile girarci intorno, oggi un problema sovrasta tutti gli altri, ed è quello della democrazia, di cosa essa sia diventata nel nostro occidente ed in particolare nella sua culla, l'Europa.
Oggi, mi pare un fatto incontrovertibile, il processo di globalizzazione con annessi organismi sovranazionali designati e privi quindi di ogni possibile, fosse anche parziale, legittimazione democratica, sovrapponendosi, anzi contrastando le sovranità nazionali, distrugge ogni parvenza di democrazia. 
Se ora consideriamo più da vicino proprio il nostro paese, allora non v'è dubbio alcuno che siamo di fronte a una classe politica ridotta in un angolo, da una parte incapace di governare, cioè di trovare la mediazione tra interessi contrapposti, dall'altra del tutto screditata nel sentire comune, fino a far coincidere attore politico (spregiativamente indicato come politicante) con essere spregevole.
I fatti sono lì davanti a noi ed inchiodano questo microcosmo che orbita attorno alle camere parlamentari alle proprie responsabilità. Sarebbe certo interessante ricostruire questo percorso agli inferi di chi di politica si occupa a livello professionale, ma sulla base dei fatti è davvero problematico trovare argomenti che possano offrire appigli per una possibile difesa...
Qualcuno potrebbe considerare questa situazione come positiva, come una possibilità per un ricambio di classe politica. Purtroppo, le cose sono messe molto più male. 
Il punto fondamentale sta nel fatto che la grave situazione in cui ci troviamo non è dovuta all'azione esclusiva di una classe politica degna di questo nome, ma complessivamente da parte di una classe dirigente mediocre, che per ciò stesso, secondo Gramsci, non merita l'uso dell'aggettivo dirigente, che dovrebbe cioè essere definita classe dominante. 
Si tratta quindi del coinvolgimento di pressocchè tutti i soggetti che a vario titolo dispongono di poteri significativi nella nostra società, e che quindi coinvolge il settore dell'informazione, il settore finanziario, il settore industriale, i gransdi amministratori pubblicie certamente frange consistenti dello stesso potere giudiziario. 
Da questo punto di vista, i sondaggi danno risultati chiarissimi, mostrano come la gente consideri quella che oggettivamente rappresenta una grave svolta antidemocratica, l'insediamento cioè del governo Monti, sedicente tecnico, ma mai governo fu così tanto politico, un elemento positivo. 
Si potrebbe dire che lo sguardo della gente sia di corto raggio, si riesce a percepire quanto un parlamento come l'attuale abbia clamorosamente mancato al proprio ruolo di rappresentanza, si vuole mandare a casa questi personaggi di una commedia dell'arte di mediocre fattura, ma nel fare ciò, ci si affida a settori che hanno contiguità e complicità con questo stesso universo politico, come si potrebbe facilmente esemplificare ricordando che Monti divenne membro della commissione europea per designazione di quello stesso Berlusconi che oggi si trova a rimpiazzare. 
La conseguenza di non saper gettare uno sguardo di più vasto raggio è quella di affidare il paese a chi già ne ha tratto vantaggi notevoli nel passato più o meno recente, così che la soluzione prospettata è in realtà peggio della situazione che dovrebbe contribuire a risolvere. 
Rischiamo così di far ricadere tutte le responsabilità sullo Scilipoti di turno, su quei fenomeni certo patologici ma tutto sommato marginali  in un quadro che manterrebbe così i suoi attori principali e per ciò stesso più dannosi. 
Pur comprendendo come io possa risultare perfino noioso nel ribadire alcuni concetti, non posso tuttavia tacere come la situazione presente oggettivamente sia prerivoluzionaria, ci indichi la strada di un cambiamento profondo che non tollera di vedere in posti di potere quelle stesse persone che fino ad oggi siano stati oggettivamente complici dei guasti e dei guai in cui ci ritroviamo.

1 commento:

  1. Concordo con tutto ciò che hai detto, ma più che prerivoluzionaria io questa situazione la vedo pre-guerra civile, e ciò lo sostengo da alcuni anni davanti alla crescente disoccupazione giovanile, finora mascherata e compensata dal sostegno delle famiglie. Quando, fra non molto, milioni di giovani e meno giovani si ritroveranno letteralmente senza un tozzo di pane, gli italiani si scanneranno a vicenda.

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