mercoledì 25 gennaio 2012

CORTE COSTITUZIONALE: PROPRIO UNA BRUTTA PAGINA

La corte costituzionale ha oggi comunicato le motivazioni delle sentenze di rigetto delle due richieste di referendum sulla legge elettorale. 
Mi soffermerò solo sulla prima, che chiedeva l'abrogazione del porcellum nella sua interezza. 
Da quanto riportato dal quotidiano La Repubblica, la motivazione sarebbe collegata al vuoto legislativo in un settore che non ne può ammettere, che si sarebbe venuto a verificare in caso di accoglimento del referendum. 
Non contesto tale esigenza, quella cioè di avere sempre una modalità di elezione del parlamento in vigore. 
La cosa invece che non mi convince, è perchè si sarebbe creato il vuoto legislativo. 
Riporto il passaggio in questione integralmente: 
"La tesi della reviviscenza di disposizioni a seguito di abrogazione referendaria non può essere accolta, perchè si fonda su una visione 'stratificata' dell'ordine giuridico, in cui le norme di ciascuno strato, pur quando abrogate, sarebbero da considerarsi quiescenti e sempre pronte a ridiventare vigenti. Ove fosse seguita tale tesi, l'abrogazione, non solo in questo caso,avrebbe come effetto il ritorno in vigore di disposizioni da tempo soppresse, con conseguenze imprevedibili per lo stesso legislatore, rappresentativo o referendario, e per le autorità chiamate a interpretare e applicare tali norme, con ricadute negative in termini di certezza del diritto".
Lo dirò francamente, io trovo al contrario che è proprio questa sentenza che porta ricadute negative in termini di certezza del diritto. 
Infatti, una norma che abroga, come ve ne sono moltissime in tanti provvedimenti legislativi, è una norma come qualsiasi altra, e non capisco in base a quale principio costituzionale i giudici si arrogano il diritto di conferire a questo specifico genere di norme (quelle, ripeto, abrogative) una specie di statuto speciale. 
Anche la metafora della stratificazione riportata in sentenza è citata in maniera impropria. Sono proprio essi giudici a generare questo processo di stratificazione. Come una vecchia città su cui ne è stata edificata una nuova, proprio attraverso un processo di successive stratificazioni come si dice in archeologia, non può più tornare in superficie per la presenza dei nuovi edifici, così essi stratificano le leggi nel momento in cui ne impediscono il ritorno in vigore. 
Chi al contrario era favorevole all'ipotesi di accogliere il referendum, non pensa affatto alle leggi come se fossero stratificate, ma al contrario come sempre vigenti tranne per quanto dovuto per deliberato intervento di norme abrogative.
Faccio presente che tale sentenza potrebbe perfino portare a non richiedere più la specificazione in una determinata legge di quale norme essa abroga sostituendole, visto che basta che vi si posi sopra (cronologicamente) per annullarle "ad aeternum".
Direi che sì, si è proprio trattato di una decisione politica, senza alcuna motivazione logica in linea di diritto.

2 commenti:

  1. In Italia vige da sempre il gattopardesimo: si cambia tutto ma in realtà non si vuole cambiare niente.
    Un referendum sulla legge elettorale sarebbe stato un trooppo "lavorare" per i deputati troppo presi adesso dalle elezioni, e deresponsabilizzati da un governo "tecnico" che si sta grattando le rogne accumulate da tutte le direzioni e allora la Corte tace e chi non muore si dà pace.
    Un caro saluto.

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  2. @Luce
    Ben tornata, era da un po' che non ti si vedeva. Salutami anche i tuoi famosi riccioli :-D

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