mercoledì 9 novembre 2011

PREFERITE I NEOLIBERISTI TARGATI PD O QUELLI TARGATI PDL?

Nel segno della continuità, Napolitano ha ieri forzato le procedure inaugurando le dimissioni del governo a tempo, una specie di bomba ad orologeria che scoppia solo dopo che i provvedimenti richiesti dall'establishment finanziario internazionale sono già iniziati a scoppiare nelle mani degli Italiani.
E dunque, dal PD all'UDC vogliono un governo prima ancora di andare alle elezioni. A me, ciò non scandalizza, mi pare che formalmente nulla si possa eccepire in proposito. Rimane invece da capire cosa questi partiti vogliono fare, quali provvedimenti intendono adottare una volta che questo nuovo esecutivo si sia insediato.
In un commento al precedente post, notavo come proprio dall'area PD provenghano le posizioni più coerentemente neoliberiste, tanto da costringere il povero Berlusconi ad apparire addirittura come un campione della difesa dei più poveri: meraviglie della politica!
Apparentemente, i dirigenti del PD sembrano intepretare il loro ruolo politico come quello dell'accettazione pedissequa di quanto ci detta l'agenda europea. Peccato però che anche la commissione europea simuova come in una stanza buia, senza sapere essa stessa cosa fare e perchè farlo.
E' notizia di ieri che ci viene richiesto un nuovo provvedimento, in altre parole un'ulteriore stretta sui conti pubblici, mentre fino al giorno prima ci avevcano assicurato che quanto fatto e quanto promesso nella famosa (famigerata?) lettera di Berlusconi era già sufficiente.
Eccerto, diranno i soliti pierini, il mercato adesso non si contenta di incassare minteressi dell'ordine del 5,5%, pretende almeno un punto in più, e non è detto che si contenti.
Io direi di più: perchè contentarsi? Perchè avere il 6,5% se si può avere magari il doppio?
Voglio dire che i pinocchi che dicono che il mercato è il giudice non potranno poi che accettare qualunque tasso di interesse, oivvero la nota logica per cui chi accetta inizialmente un ricatto, rimane poi in balia del ricattatore.
Insomma, le cose stanno così, prima o poi andremo a votare secondo una legge elettorale che impedisce di scegliere il proprio rappresentante, che permette quindi soltanto di intervenire sulla ripartizione dei seggi parlamentari tra le varie formazioni. Se poi, guatrda caso, sulle questiuoni fondamenbtali gli opposti schieramenti la pensano alla stessa maniera, si capisce come la frustrazione degli elettori tenda a crescere, e l'unica cosa di decente che si può fare è astenersi dal voto nbelle varie forme consentite.
Purtroppo, bisogna prendere atto che siamo in una post-democrazia, che un popolo rimbecillito da TV varie ha ceduto senza combattere le proprie prerogative di cittadino per accettare di ritornare ad essere suddito, tra l'altro di un sovrano anonimo, che si nasconde nell'ombra, determinando così la sparizione di ogni froma di responsabilità individuale: ciò che chiamavo il delitto perfetto della democrazia.

1 commento:

  1. "Il delitto perfetto della democrazia"
    Almeno adesso non dovrebbero esserci più dubbi, o forse non basta neppure questo per fare aprire gli occhi a questo popolo???
    Ciao Vincenzo,
    Lara

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