venerdì 12 agosto 2011

NOTE FISCALI

Ormai credo che in Italia siamo prossimi alla follia totale.
Ieri, Bersani ha detto che chiedeva formalmente al governo di non tremare, do avere il polso fermo. La cosa che mi preoccupa è quel "formalmente": come, Bersani vuole formalizzare un invito che a tanti sembrerebbe del tutto generico? E quale sarebbe una risposta adeguata dal governo, quella di una foto del polso di Berlusconi, col polso ben fermo nell'apporre la firma al provvedimento?
Bersani, io le chiedo "formalmente" di ben riflettere prima di aprire bocca, sennò dobbiamo concludere che il leader dell'opposizione si è adeguato all'uso disnvolto del linguaggio dell'attuale premier.
Secondo elemento di follia, stavolta nel settore dell'informazione. Oggi, Libero titola dicendo che la ventilata trattenuta fiscale aggiuntiva sui redditi alti sarebbe una patrimoniale. Evidentemente, i redattori di "Libero" non conoscono il significato delle parole. "Patrimoniale" non può che essere una tassa basata sulla consistenza dei patrimoni, mentre è evidente che la tassa di cui si parla è sui redditi. L'una quindi è l'esatto opposto dell'altra, perchè un'imposta sul reddito riguarda quanto si è guadagnato nell'anno, e nulla dice sulle ricchezze eventualmente accumulate in tutta la sua vita da quel soggetto, mentre la patrimoniale colpèisce proprio la ricchezza accumulata, e non ha alcun rapporto su quanto quel determinato soggetto ha guadagnato nell'anno, potrebbe anche essere a reddito zero.
Le parole, cazzo, usiamole correttamente, stiamo massacrando la lingua che c'hanno insegnato, e finiremo con il non capirci più l'un l'altro.
Lasciamo ora i giornalisti ignoranti alle loro occupazioni più o meno meritorie, lasciamo anche i politici ai loro giochetti che nascondono il loro vuoto mentale.

Vediamo ora di esaminare alcune alternative di prelievo fiscale.

Ha senso un contributo straordinario da parte dei redditi più alti? Certamente no, perchè quei redditi sono già tassati al 43%. Si tratta poi di un importo del tutto marginale, perchè sono pochissimi coloro che dichiarano redditi di quel livello, praticamente soltanto lavoratori dipendenti che come noto non hanno scelta.
Gli altri, la gran massa di ricchi, o evade apertamente, o elude sfruttando la legislazione fiscale vigente: insomma, sarebbe un massacro dei contribuenti più fedeli, e porterebbe un contributo del tutto risibile. Infine, chi ha un reddito alto non è necessariamente ricco, perchè guadagnare una cifra mensile (lorda) attorno ai diecimila euro mensili non arricchisce: quanti anni occorrono a un tale soggetto per mettere da parte quanto gli occorre per acquistare un appartamento? Diciamo quindici anni, tanto per fare una stima approssimatriva. Ebbene, c'è gente che possiede anche sei-otto case, e magari gode di una pensione di trentamila euro l'anno: non verrebbe considerato ricco, ma nei fatti lo è molto più di chi gode sì di un reddito alto, ma è nullatenente.
Così, se si vogliono riequilibrare i conti statali, ci vuole necessariamente una patrimoniale. Anche stabilito un meccanismo di tassazione basato sui patrimoni, rimane la questione se si debba trattare di un contributo stabile o "una tantum".
Io non avrei dubbi sul fatto che ci debba essere un prelievo straordinario che dovrebbe riguardare qualsiasi tipo di proprietà, e segnatamente quello immobiliare come quello mobiliare.
Non bisognerebbe immaginare un importo eccessivamente elevato, ma certamente dovrebbe portare a una riduzione significativa dell'ammontare del debito pubblico, qualcosa come trecento miliardi di euro potrebbe essere una stima ragionevole.
La questione invece della tassazione a regime dei patrimoni riguarda, credo, più la modifica che non l'introduzione. Gli immobili vengono già tassati (concorrono all'IRPEF), e anche sui titoli c'è un prelievo. Qui sorge il problema, in quanto si tratta di un prelievo forfettario, paga il 12,5% sia chi possiede diecimila euro di titoli, sia chi ne possiede dieci milioni, stessa aliquota. Così però si viola il disposto costituzionale che esplicitamente impone un contributo fiscale progressivo. Indipendentemente quindi dal problema impellente di fare cassa, non v'è alcun motivo ragionevole per escludere i redditi da titoli dalle altre forme di reddito, gli interessi incassati dovrebbero aggiungersi al reddito complessivo ed essere tassati quindi con l'aliquota marginale di quello specifico soggetto. Se un soggetto lo chiede, o se è straniero, allora si dovrebbe prevedere un prelievo alla fonte, ed in questo caso si dovrebbe applicare l'aliquota massima prevista sui redditi, il 43% attualmente.

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