mercoledì 27 luglio 2011

OMOFOBIA, TERMINE AMBIGUO E DA RIGETTARE

Oggi interverrò su un argomento scabroso come l'omofobia e in un modo che temo non sarà gradito almeno ad alcuni dei miei pochi lettori, ma proprio nell'esprimere posizioni controverse sta una delle motivazioni fondamentali della stessa esistenza di questo blog. Naturalmente, lo faccio adesso a seguito della recente votazione alla Camera di uno specifico DDL che riguarda tale argomento.
Per capire il mio punto di vista, è opportuna una premessa, riguardante la mia esperienza di lettore web. Mi riferisco alla mia frequentazione del sito de "La Nazione Indiana", un sito di taglio culturale, centrato prevalentemente su temi riguardanti l'arte ed in particolare la letteratura, ma che sovente si occupa di temi politici.
In questo sito, uno dei curatori del blog è Franco Buffoni che potrei definire un omosessuale militante. Non passa infatti settimana senza che questi ci somministri almeno un post sui temi della discriminazione verso gli omosessuali. Di fatto, egli quasi sempre si limita a riportare articoli scritti da altri, ma devo ammettere che egli è un infaticabile "reporter" e gli devo dare atto che proprio per merito suo sono diventato aggiornatissimo su questo tipo di tematiche.
Pochi mesi fa in particolare, si è svolto su quel sito un dibattito, a cui anch'io ho dato il mio contributo, serratissimo ed estremamente teso.
La prima cosa su cui voglio attrarre la vostra attenzione è che esiste un gruppo organizzato di cui il Buffoni è solo uno dei membri, e che anzi tende a non partecipare se non marginalmente alle diatribe che si scatenano nei commenti, e che tale gruppo tende ad intervenire secondo una tattica ben studiata. Per capirci, c'è un blogger, caratterizzato da una scarsa capacità argomentativa ma dotato di una grande aggressività non priva di una sua incisività, che non si vede mai sul sito tranne nei momenti più caldi e sempre su queste tematiche. Ce n'è poi un altro dotato indubbiamnte da una logica argomentativa molto efficace, ma anch'egli appare solo in tali momenti cruciali: mi pare ragionevole immaginare che essi vengano chiamati da qualcuno a dare manforte quando se ne crea la necessità.
Precisate queste condizioni al contorno, il tema su cui mi voglio soffermare è la stessa utilità dell'uso recentemente introdotto di "omofobia". La questione dell'uso delle parole, dell'uso di alcune di esse e non di altre, ma anche il modo in cui vengono usate, quale significato tenda ad essere loro associato, è una questione cruciale, è la questione ideologica per antonomasia.
Il linguaggio è per sua natura ambiguo, ed è una fortuna che lo sia perchè permette la propria evoluzione e quindi la propria adattabilità a nuovi contesti, uno strumento flessibile le cui dinamiche ion genere ci sfuggono, con la conseguenza che ne subiamo passivamente l'influenza. La manipolazione consapevole o inconsapevole del linguaggio è uno dei principali strumenti di controllo culturale, della possibilità di condizionare il nostro stesso pensiero. Insomma, nell'universo linguistico si svolgono gli scontri più aspri e più decisivi sulla sorte stessa dell'umanità.
L'argomento è certo complesso e richiederebbe un approfondimento impossibile da condurre in un breve post. La conclusione è che una certa ambiguità dei termini è inevitabile, esiste una sorta di stratificazione storica dei significati con cui siamo, volenti o nolenti, costretti a fare i conti.
Il discorso però è differente quando riguarda nuovi termini, qui non c'è un pregresso storico con cui confrontarci, qui sembra lecito richiedere una migliore specificazione dei significati perchè in questo caso il sospetto che l'ambiguità non sia una conseguenza casuale degli usi del termine, ma sia consapevolmente voluta e ricercata, sembra ovvio.
Ebbene, "omofobia" sembra proprio uno di quei termini costruiti a tavolino per creare una confusione culturale che possa permettere a una certa comunità di portare avanti i propri più o meno leciti interessi.
Ho prima citato il dibattito che si è svolto su "Nazione Indiana" proprio perchè è illuminante su cosa la comunità omosessuale militante intende con omofobia. In sostanza, qui riporto con parole mie, qualunque discriminazione dovuta ad omosessualità, è bollata come omofoba. Se ad esempio qualcuno solleva obiezioni rispetto alla possibilità degli omosessuali di adottare bambini, è un omofobo prima ancora di verificare se possa avere qualche ragione, se si pone qualche dubbio sulla congruità di concetto di matrimonio nel caso di partners omosessuali, per loro è un omofobo. Insomma, l'operazione ha una sua abilità, gli omosessuali si sono creati un salvacondotto per costituire una comunità protetta, in qualche modo perfino privilegiata.
Il punto di discrimine è l'uso, ma io direi perfino la stessa esistenza, del termine omofobia, se lo si accetta, il resto ne deriva automaticamente. Sulla questione in sè della utilità del termine, l'abilità dialettica degli intervenuti non è stata sufficiente a coprirne l'insignificanza, omofobia come mezzo per confondere le acque, non per renderle cristalline. Su questo cruciale punto alla fine l'unica argomentazione era il richiamo all'autorità, al fatto che l'ONU, l'OMS ed altri vari enti di grande rilievo internazionale lo abbiano accettato.
Qui sta un aspetto fondamentale: una campagna abilmente organizzata e condotta, ha permesso di determinare un certo tipo di maggioranza in tali organismi. Ciò che alla fine si rivela determinante è il rapporto di forza, la capacità di piazzare certe persone in certi posti, e la capacità di queste di determinare certe maggioranze.
Andiamo adesso a quanto accaduto ieri alla Camera. Era in discussione un DDL che, a quanto mi è dato sapere, voleva definire un'aggravante di omofobia nei reati di violenza fisica.
Nel merito, mi pare che stabilire una simile aggravante sarebbe palesemente anticostituzionale. Considetriamo i casi contrapposti di effusioni in pubblico di una coppia omosessuale e di una eterosessuale. Se l'esibizione di tali effusioni avesse determinato una reazione violenta da parte di qualcuno, si determinerebbe una discriminazione per la coppia etero rispetto a quella omosessuale. La violenza è da condannare e perseguire sempre, non ha senso alcuno prevedere che sia peggiore per una certa casistica rispetto a tutte le altre situazioni.
La cosa a mio parere più pericolosa è costituita dall'imposizione, addirittura per via legislativa del termine omofobia ed (anche) attraverso di esso di una vera e propria ideologia.

18 commenti:

  1. Perbacco, mi hai tolto il...post di tastiera. La penso esattamente nello stesso modo. Se uno mi mena perchè gli sto antipatico deve essere punito MENO di uno che mi mena perchè gli sta antipatico il fatto che sono omosessuale? Alla fine, comunque mi ha menato nello stesso modo e mi ha fatto lo stesso male, indipendentemente dal motivo per cui l'ha fatto.
    E, come dici tu, spesso l'accusa di omofobia è un facile scudo per non entrare a discutere dei fatti. Quel che dev'essere messa al centro del rispetto e della protezione legislativa deve essere la persone, non alcune sue caratteristiche o la sua appartenenza a minoranze (o maggioranze) di genere o di etnia.
    (Luposelvatico)

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  2. Dopo i fatti in Norvegia o meglio durante,una
    giornalista su Sky,descriveva fisicamente l'autore
    della strage Alto,Biondo.Occhi blù,Ariano-
    Ariano evoca brutte parentesi della storia recente
    Qualcuno vorrebbe non accettare di cambiare look
    solo perchè la sua stessa immagine suscita odio-
    Anche questo è razzismo-Essere nordici non é una
    colpa come essere gay-
    Egill

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  3. Il ragionamento conclusivo non fa una piega. Rimane il fatto irrisolto, perché è una questione culturale, dell'odio di certe fasce sociali verso gli omosessuali. E non si risolvono certo, questo odi, con le leggi.

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  4. @Lupo selvatico
    La manovra sembra ben congegnata. Non è un caso che essi facciano continuamente riferimento all'aggravante prevista per motivazioni razziste. Il DDL bocciato non serviva davvero come deterrente, è evidente che non saranno alcuni mesi in più di detenzione a ostacolare questo odioso tipo di reati, ma era il cavallo di Troia per assimilare i reati di discriminazione sessuale a quelli di discriminazione razziale.
    Tale assimilazione è assolutamente impropria, ma qui non c'è spazio per discuterne (vediamo se più avanti ne farò un post specifico).

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  5. @egill
    Beh, tentiamo di contestualizzare: questa frase veniva subito dopo l'uragano di accuse al fondamentalismo islamico sparate senza motivazione alcuna dalla stampa europea, una specie di sfottò per il palese abbaglio preso da tutto il settore dell'informazione nostrana, ormai sotto permanente psicosi da terrorismo di matrice islamica.
    Ti devo dire che a me, quella frase è piaciuta, proprio per la sua carica ironica...

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  6. @Alberto
    Ti risponderò con una nota di pessimismo: persone più o meno frustrate ne esisteranno sempre, anche nella società più giusta, ed esse tenderanno sempre a cercare di scaricare le loro frustrazioni su qualcun altro, può essere il nero, o può essere l'omosessuale, o anche un musicista come recentemente accaduto a Roma.
    Non rimane che minimizzare questi odiosi reati con l'autorità della legge, che esiste già. Se proprio si ritenesse che un inasprimento di pene potrebbe funzionare da deterrente, si inaspriscano, ma per tutti i reati di violenza fisica, non avrebbe senso farlo solo nei confronti di una specifica casistica di persone.

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  7. Io penso che l'aggravante poteva essere + che deterrente un messaggio proprio per quelle persone frustrate e in sintesi che lo stato condannava quella violenza omofoba. I casi di cronaca ne sono pieni. Raid spesso condotti da persone che hanno come ideologia il nazifascismo. Li trovi pure su facebook. Pagine dove si inneggiano alla violenza contro i gay,i neri,gli islamici,gli ebrei, quelli che loro chiamano "zecche" cioe quelli di sinistra. Da considerare che esiste la legge Mancino per gli atti che istigano all'odio razziale. Dal blog il malpaese le aggravanti esistono già e sono contenute nel Decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, ossia nella cosiddetta “Legge Mancino”. Questa prevede che, se gli atti violenti sono motivati da ragioni razziali, etniche e religiose, fanno scattare un’aggravante dal punto di vista penale.
    Se un marocchino viene aggredito in quanto “colpevole” (secondo gli aggressori) di essere marocchino, scatta l’aggravante.
    Lo stesso avviene se si aggredisce un prete perché cattolico. E allora vorrei porre una domanda a Giovanardi, alla Binetti, a Casini e ai loro partiti: se gli omosessuali rappresentano una minoranza della popolazione e quindi la legge sarebbe discriminatoria verso la maggioranza della popolazione, perché non opporsi anche all’aggravante per i reati commessi contro gli ecclesiastici, che a loro volta rappresentano una minoranza della popolazione (art. 61 codice penale: “Aggravano il reato quando non ne sono elementi costitutivi o circostanze aggravanti speciali le circostanze seguenti: [...] ”l’avere commesso il fatto contro un pubblico ufficiale o una persona incaricata di un pubblico servizio, o rivestita della qualità di ministro del culto cattolico o di un culto ammesso nello Stato…”)?
    http://ilmalpaese.wordpress.com/2011/07/28/omofobia-chissenefrega-se%e2%80%a6/

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  8. il termine 'omofobo' è equipollente a 'antisemita', e poichè per Costituzione l'antisemitismo non è bandito, non è bandito neppure 'omofobo'.

    in generale, la Costituzione bandisce la violenza di fatto, non la violenza esercitata su di un gruppo o categioria e determinata frangia sociale,

    in questo senso, quel ddl è incostituzionale;


    queste fatto salvo il principio secondo cui la violenza è violenza.

    ciao Vincenzo.

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  9. Art. 3

    Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

    Quindi qualsiasi forma di discriminazione razziale,sessuale,sociale,religiosa e' anticostituzionale.

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  10. Per non parlare che esiste la libertà di Culto. Art. 8



    Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.

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  11. La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, in una sentenza del 2005[6], dopo aver affermato che “la violenza razziale è un affronto particolare alla dignità umana e, in considerazione delle sue conseguenze pericolose, richiede da parte delle autorità una vigilanza speciale e una vigorosa reazione”, dichiara che “le autorità dello Stato hanno il dovere di prendere tutte le misure ragionevoli per smascherare ogni movente razzista e di stabilire se l'odio etnico o il diverso pregiudizio possano aver giocato un ruolo” nell'episodio violento; “trattare la violenza e la brutalità razziale indotta in modo uguale ai casi che non hanno sfumature razziste sarebbe come chiudere un occhio sulla natura specifica di atti che sono particolarmente distruttivi dei diritti fondamentali”.

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  12. Così, ad esempio, il testo della Risoluzione del Parlamento europeo sull'omofobia in Europa del 18 gennaio 2006, al considerando A, recita: “l'omofobia può essere definita come una paura e un'avversione irrazionale nei confronti dell'omosessualità e di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali (GLBT), basata sul pregiudizio e analoga al razzismo, alla xenofobia, all'antisemitismo e al sessismo".

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  13. in pratica, sarebbe oppportuno non che necessario che ogni forma di violenza avesse la sua legge che la bandisce, invece di restare sul generico;

    in teoria, d'altronde, che la legge bandisca genericamente la violenza esclude il rischio di strumentalizzazione in fase istruttoria nei processi.


    che il Parlamento Europeo si esprima in merito è, purtroppo, del tutto inutile, in quanto non legifera.

    il Parlamento Europe è un'istituzione i cui rappresentatnti sono eletti dai popoli ma non legiferano;

    viceversa, i membri delle altre istituzioni europee -vedi il Consiglio d'Europa - non sono eletti ma cooptatti, e legiferano e dispongono,


    stiamo messi bene;

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  14. @giuliolandolfo
    Permettimi solo una breve notazione.
    Che l'Europa la pensi come i promotori del DDL che è stato bocciato, non v'è dubbio alcuno, ma non trovo che sia un'argomentazione a favore, credo che questa vera e propria ideologia che pretende di garantire l'uguaglianza non soltanto con una legislazione paritaria, ma prevedendo una specifica e supplementare tutela per determinate minoranze, sia semplicemente un gravissimo errore, che innesca un meccanismo diabolico, in cui ogni gruppo deve trovare la capacità di condizionare il parlamento implicato.
    Quando si vuole essere più uguali dell'uguaglianza, è inevitabile nei fatti creare nuove discriminazioni.
    La legge che citi e che difende certe specifiche categorie è sbagliata e, piuttosto che proseguire con l'errore, dovremmo fare di tutto perchè venga abolita.

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  15. chiedo venia per i refusi, non pochi - che orrori! - presenti nei miei commenti.

    da tempo immemore ormai sono affetto da dislalia da tastiera.

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  16. @cartabaggiana
    Beh, qui almeno ti trovi in buona compagnia, anche io non è che ne sia esente...

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  17. Io penso che non tutelando le discriminazioni sanciamo una diseguaglianza. E' il problema contrario a quello che dici te. I cittadini gay o stranieri o chiunque e' vittima di odio razziale,etnico,omofobo non viene tutelato in questo modo. Eliminare le discriminazioni serve proprio a rendere tutti uguali. Sappiamo benissimo che la maggioranza (pdl,lega e udc) ha obbedito ad altri diktat (vaticano,ect). Parliamo di persone come borghezio o gasparri (la dice lunga su quanto possano sostenere i diritti umani soprattutto dei migranti poi..).Noi siamo un paese che nega molti diritti per cui questa vostra difesa di quel voto fa ridere i polli...come se fossimo in svezia o in qualsiasi stato civile dove non ci sta razzismo,omofobia,discriminazioni e si rispettano tutti. In un paese civile i razzisti e gli omofobi non possono essere tollerati. In qualche modo bisogna fermarli. In italia vanno anche in parlamento.

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  18. @giuliolandolfo
    Che dire? Lasciamo che i polli ridano...
    Qui non serve accostare la mia opinione a quella di Gasparri o di Borghezio, mi pare un espediente di infima qualità.
    Piuttosto, è interessare osservare l'accostamento che fai tra razzismo ed omofobia.
    Quest'accostamento è improponibile per una serie di motivi su cui non posso qui dilungarmi.
    Più interessante invece è la conseguenza che deriverebbe dal legare le sorti delle due questioni: a quando la condanna penale per chi esprime un'opinione contraria, o anche solo problematica, al matrimonio tra omosessuali?

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