venerdì 22 luglio 2011

LEGA SEMPRE PIU' NEI GUAI

E adesso, la Lega si trova nei guai assai più dello stesso PDL, è questa la conclusione che si dovrebbe trarre dalle vicende del voto su Papa, una formazione politica che non si vede come possa sgusciare fuori dalla tenaglia tra i suoi atti politici, documentati dalla cronaca parlamentare della corrente legislatura, e i suoi vuoti proclami, sempre più secessionisti, sempre più di richiamo mitologico. Il giocattolo insomma si è rotto in mano A Bossi, e però la nuova leadership di Maroni su cui tanto si sofferma la stampa non si capisce proprio su quali contenuti si poggi, dove insomma si regga, quale respiro strategico mostri.

Certamente, volge al termine il dominio del vecchio duo Berlusconi-Bossi, ma esso lascia dietro di sè un vuoto di idee, di programmi, di nuovi stimoli politici che non pare proprio Maroni da una parte e il neosegretario del PDL Alfano dall’altro, riescano ad indicare.

Maroni esegue il suo regicidio nell’ombra più fitta, professando ancora fino a ieri ubbidienza al gran capo appena detronizzato, Alfano fa anche peggio, sovrapponendo il proprio al silenzio di Berlusconi. Due silenzi differenti però, quello di Berlusconi una mossa tattica perfino di una certa abilità, mentre il silenzio di Alfano si staglia come una prova di una carenza di potere, è il silenzio di chi non si sente certo del proprio ruolo, di chi non ha il coraggio di fissare con una dichiarazione esplicita un proprio punto di vista per timore di essere smentito. Per non mettere in dubbio il proprio potere, Alfano tace, ma così lo certifica in modo indiscutibile, per timore di non avere l’autorità di esprimere un punto di vista vincolante per il partito che guida, ne da’ nello stesso tempo evidenza.

Alfano esce quindi a pezzi da questa fase politica, come chi, per paura di perdere una battaglia, non la combatte e così la perde nella maniera peggiore. Il sacrificio di Alfano rappresenta però nello stesso tempo un elemento positivo per il proprio partito, permette a Berlusconi di riconfermare la propria leadership tra i suoi, e di riflesso, permette non si sa ancora quanto a lungo al PDL di continuare ad essere il non-partito che è stato finora, una azienda al servizio del capo.

In altre parole, il PDL esce sconfitto da questo voto, ma regge attorno a Berlusconi, perché, da questi creato, solo così può reggere, soggetto ad un’inevitabile frammentazione quando il capo lasciasse.

Per questo penso che la vittima maggiore degli eventi è la Lega che non può buttare nel dimenticatoio la sua recente cronaca politica e parlamentare facendo finta di trovarsi negli anni novanta, e non sa quindi come affrontare un fase politica tempestosa appena iniziata. Scegliere di abbandonare l’alleato non fa una strategia politica, nulla delle contraddizioni della Lega si può risolvere semplicemente con un piccolo scarto.

Come già dissi in post precedenti, non avere abbandonato Berlusconi in autunno è+ stato un errore strategico enorme, farlo adesso appare insufficiente. L’unico elemento positivo per la Lega oggi è costituito dalle altrui debolezze, in particolare quelle dell’opposizione, il vuoto di idee dietro la Lega, il vuoto di idee del PD, la sua incapacità manifesta ad indicare una sua chiara via di uscita dall’impasse politico.

Rimane il fatto che i partiti di opposizione possono continuare a protestare, mentre la Lega non può farlo, e quindi tatticamente la sua posizione è senza dubbio la più critica. Insomma, il PDL può continuare a sostenere il governo, magari continuando a collezionare sberle, ma dietro una scelta chiara, arrivare alla fine della legislatura, l’opposizione può continuare a chiedere le dimissioni del governo senza sapere con cosa sostituirlo, mentre la Lega non può fare né l’uno né l’altro senza che ciò appaia o come un ritorno all’ovile berlusconiano, o come un tradimento del vecchio alleato a favore di formazioni politiche sempre criticate o addirittura sbeffeggiate.

Prevedere come finirà in una situazione come quella data, è roba da astrologi, anche considerando il recente attivismo molto incisivo del Capo dello Stato, un’ulteriore variabile che si somma alla volubilità dei partiti ed alla situazione di crisi finanziaria che non sembra certo risolta dal vertice UE di ieri.

1 commento:

  1. Condivido la tua analisi sulla situazione della Lega. Riguardo a Napolitano, oggi l'ho sentito e l'ho visto più puntuto che mai ed in questi due giorni s'è esercitato ancora di più nel suo sport preferito: quello di dare un colpo al cerchio ed uno alla botte. Ieri ha richiamato i magistrati all'ordine ed oggi li ha difesi contro i politici che li attaccano. Niente di nuovo sotto il sole: l'Italia è in balia di se stessa, in mano a degli irresponsabili, tutti impegnati nella difesa dei loro sporchi interessi.
    Forse devo decidermi a rassegnarmi che le cose non miglioreranno mai perchè certi atteggiamenti negli italiani sono endemici, dovrei imparare a vivere alla giornata e limitarmi a godere della mia situazione, tutto sommato più che dignitosa, senza angosciarmi per ciò che accadrà alle nuove generazioni. Sì dovrei, ma è una pia illusione, perchè so che non ci riuscirò mai e continuerò a soffrire pensando al presente ed ancor più al futuro dei giovani o dei tanti anziani abbandonati a se stessi con una pensione minima, letteralmente da fame, mentre i nostri politici se la spassano alla grande.
    Comunque almeno per qualche giorno spero di riuscire ad ignorare i mali che affliggono il nostro Paese. Domani, infatti, partirò per una vacanza nella mia terra, la Sardegna, e lì tra spiagge incantevoli ed acque cristalline illudermi che non tutto è perduto. Un affettuosissimo abbraccio virtuale, mio caro Vincenzo. Ciao!

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