sabato 25 giugno 2011

LA CRISI DELLO SCHIERAMENTO DI OPPOSIZIONE

E dunque, qui si appalesa la crisi dello schieramento anti-Berlusconi.
Se ci si riferisce al linguaggio, se si guarda alle metafore di Bersani e le si confronta con le barzellette del premier, la distinzione è immediata e ovvia. Se però si scava più a fondo, si finisce con lo scoprire l'esistenza di questo comune circolo politico che attraversa abbandantemente i partiti e gli schieramenti politici. L'esempio di Bisignani che non disdegnava certo di parlare con politici di ogni schieramento, ha risollevato aspetti che conoscevamo già, come ha evidenziato un annetto fa l'episodio del pizzino di La Torre, col quale costui suggeriva a quello che doveva essere, come membro del PDL, un suo avversario, come rispondere per le rime al suo collega del PD.
Adesso, alla plebe questo tipo di comunanza e di costumi vanno nascosti, non devono apparire, ed allora ecco che il PD, pur di ottenere questo risultato, è disposto a scendere a patti con quello che fino a ieri era tratteggiato come il diavolo in persona, l'usurpatore della volontà popolare: piroette acrobatiche di un ceto politico ormai alla frutta.
Ebbene, sarà possibile convincersi che per chi sposa la politica, le pareti della sua casa debbano essere trasparenti, che chi decide di entrare nel magico circolo del potere non ha senso invocare nessun tipo di privacy? E qui, badate, per privacy non si intende il colloquio del politico con i propri familiari, no, qui la privacy è invocata proposito della loro attività politica, qualcosa che non può non riguardare l'intera comunità nazionale.
Che la pubblicità delle intercettazioni richieda un'apposita regolamentazione, non v'è dubbio, ma proprio la natura di queste specifiche intercettazioni rende l'affrontare oggi questo problema come una disperata autodifesa del bimbo trovato con le mani sporche di marmellata.
Che dignità avrà mai un D'Alema che proprio nel momento in cui viene scoperto a frequentazioni così dequalificate come quella con Bisignani, si ricorda che in fondo con quel governo usurpatore si può alla fine trovare anche degli accordi: dopo, ovviamente, ognuno reciterà la sua parte, chi nella maggioranza, e chi all'opposizione.
Insomma, il PD non riesce ad essere convincente nell'accreditarsi come partito di vera opposizione, sia dal punto di vista dei contenuti della sua proposta e della sua azione politica, sia nel compartecipare a questi circoli esclusivi.
Nel frattempo, quel furbastro di Di Pietro pianta l'ennesima grana. Pensate un po', ha scoperto, ohibò, di non essere uomo di sinistra, immagino sia stata una specie di rivelazione sulla via di Damasco.
Non sarà per caso che abbia scoperto che a sinistra c'è troppa concorrenza ed invece a destra e al centro ci siano tanti, ma proprio tanti voti in libera uscita, e che sia più vantaggioso rivolgersi a quell'area di voto? Il trasformismo, malattia endemica italiana, sembra aver trovato l'ennesimo infestato, Tonino Di Pietro, a quanto pare pronto a traslocare forse nel terzo polo (ma lì non credo che lo accoglieranno benignamente), ma forse addirittura nel centrodestra, forse in un PDL senza Berlusconi. Eccerto che le voci che asnni fa lo sospettavano di contatti con servizi segreti vari, sembrano oggi assumere una maggiore concretezza, vedremo.
Per il PD, sembra l'ennesima tegola, di nuovo ricacciato in un'area che senza IDV rischia di ritornare minoritaria, e in cui inevitabilmente il ruolo di Vendola e forse dell'area stessa di Rifondazione tende a divenire più rilevante. Non è un caso che i più allarmati siano quelli dell'area di Enrico Letta, che si sentono il fiato sul collo di Tonino, entrato così in competizionbe con loro nel rappresentare una certa area, non so quanto diffusa di una destra non berlusconiana.

2 commenti:

  1. Parole sante e amare.

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  2. Che dignità avrà mai un D'Alema che proprio nel momento in cui viene scoperto a frequentazioni così dequalificate come quella con Bisignani, si ricorda che in fondo con quel governo usurpatore si può alla fine trovare anche degli accordi. Su questo non si può cvhe essere d'acvcordo. sul fatto che Di Pietro non sia di sinistra, orbene, a me sembra che l'abbia sempre dichiarato. Quando entrò in politica dichuiarò: Sento molto affine l'elettorato di Berlusconi. . Dunque: uomo di destra anti Berlusconiano.

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