venerdì 6 maggio 2011

PARLAMENTO, ADDIO!

Dobbiamo purtroppo ammetterlo: in Italia, non esiste più un parlamento. Sì, qualcosa con su scritto “Senato della Repubblica” e “Camera dei deputati ci sta ancora, anzi è tanto frequentato, ma nella sostanza, il parlamento non esiste.

Ciò che è rimasto è un mercato delle vacche, istituzione del tutto rispettabile, ma purchè si tratti di vacche vere, e non di vacche metaforiche, perché queste sono assai peggio. Naturalmente, una delle conseguenze di ciò, è che Berlusconi, uno che vaccaro è, anzi è un vaccaro che si è fatto tutto da sé (come quello della canzone “Shampoo” del mai abbastanza compianto Giorgio Gaber), è imbattibile: come compra lui i deputati, nessuno ci può riuscire, spunta sempre i prezzi più bassi.

D’altra parte, diciamocelo francamente, per fare ciò che oggi fanno i parlamentari non è che ci voglia granchè, una volta che si è deciso di subordinare totalmente il potere legislativo al potere esecutivo.

E’ una cosa che andava avanti da un po’ di tempo, lo stesso ricorso sempre più frequente all’esercizio della fiducia anche durante i governi di centrosinistra ha eroso a poco a poco il ruolo autonomo e fondamentale negli equilibri di potere dello stato di diritto dell’istituzione parlamentare.

Decisivo è stato certamente l’osceno meccanismo elettorale vigente che lega la riconferma all’assoggettamento al capo, e non posso che rammaricarmi del fatto che i padri costituenti non abbiano voluto inserire la definizione dei meccanismi elettorali, o almeno alcune sue condizioni specifiche nello stesso testo costituzionale, l’unica grossa pecca di una carta costituzionale per il resto di grande valore e coerenza interna.

Ieri così abbiamo assistito al mercato dei posti di sottosegretariato e non solo, per pagare le cambiali a scadenza emesse in occasione della fiducia del 14 dicembre.

Mi colpisce anche, devo aggiungere, l’episodio ascritto a tale Mazzuca, parlamentare, neanche a dirlo del PDL, che ha ritenuto di svolgere il proprio ruolo di parlamentare, stilando una classifica dei culi più belli nel parlamento: avete letto bene, si parla proprio di quel particolare anatomico così interessante da un punto di vista dell’attrazione sessuale.

Insomma, questi qui stanno uscendo fuori di ragione, somigliano a quegli adolescenti che, appena usciti da scuola, scaricano la tensione accumulata durante le ore di frequenza scolastica dandosi spintoni, urlando, e naturalmente facendo magari apprezzamenti sulla ragazza che si trovi malauguratamente a passare da lì nel momento sbagliato. Del resto, un parlamentare cosa ha da fare, quale sarebbe l’impegno che gli viene richiesto? Basta trovarsi al proprio scranno nei momenti delle votazioni e diligentemente approvare tutto ciò che dice il capo. Sono davvero dei poveretti, e non possiamo in alcun modo avere alcuna considerazione di loro più che disprezzarli e forse compatirli.

Ieri insomma non è avvenuta nessuna svolta, si tratta solo di un più o meno veloce processo di degrado progressivo che nel suo svolgersi mette a nudo la stessa inesistenza del parlamento: come possiamo più credere di stare in un sistema democratico?

2 commenti:

  1. Siamo sottoposti ad un regime dittatoriale e per
    di più disgustoso-Non ho letto di questi commenti
    sull'eliocentrismo del culo-Posso dire come hai
    scritto citando Gaber:-Non ci resta che fargli uno
    shampoo.E non somigliano a dei ragazzini che scaricano tensione-La vedo come un atto d'arroganza,perchè sono forti intoccabili-Io vedo
    in questo la beffa,che precede il danno-Da manuale
    Egill

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  2. Tempi bui, Vincenzo. Chissà se ne usciremo e come ne usciremo...

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