mercoledì 23 febbraio 2011

SANREMO ED ALTRE STORIE

Ebbene, lo confesso, non ho visto Sanremo, ad eccezione dell’esibizione di Benigni. Sulle canzoni, non so nulla, ma la mia dequalificata opinione musicale è che oggi, dopo decenni di canzonette, sia difficile farne di nuove che non siano decisamente brutte o che magari scopiazzino vecchie melodie. In particolare, neanche conosco la canzone di Vecchioni che come musicista non mi è mai piaciuto.

Partendo dunque da questa base di sostanziale ignoranza dei fatti, ciononostante credo che l’edizione di quest’anno di Sanremo sia comunque un dato interessante dal punto di vista politico.

Lo è innanzitutto per il successo che ha avuto Benigni, lo è anche per la vittoria di Vecchioni. Mi rendo conto che sarebbe inappropriato esagerare l’importanza di questi fatti, ma forse sarebbe perfino più sbagliato ignorarli del tutto, considerarli come avvenimenti soltanto di spettacolo. Galelei diceva “eppur si muove”, e con un pizzico di ottimismo possiamo forse dire che anche oggi la situazione politica si muove a livello di grande opinione, come del resto sembra confermato dalle resistenze di Berlusconi ad andare ad elezioni anticipate (ma siamo poi certi che non ne sia preoccupata anche la Lega?).

Leggevo che si comincia a parlare di un governo a guida Maroni, pronto ad approvare i decreti attuativi del federalismo fiscale e a fare una nuova legge elettorale: sarebbe il passo decisivo per far fuori Berlusconi. Dal mio punto di vista, si tratta di un’ipotesi preoccupante, perché tendenzialmente sembra confermare il quadro politico del centrodestra, assolvendo così quegli stessi parlamentari che hanno dichiarato di credere alla favola della nipote di Mubarak, mentre tende a scompaginare le fila del centrosinistra. Ciononostante, si conferma un quadro più movimentato di quanto non possa apparire dalle crude cronache di questi giorni.

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