sabato 14 agosto 2010

DOPO VENDOLA, DILUVIO DI AUTOCANDIDATURE

Così, anche De Magistris si candida a guidare un’eventuale coalizione di sinistra. E ancora, sembrerebbe che anche Montezemolo voglia entrare in politica, e ci provi passando dalla porta principale. Non v’è dubbio che la mossa dell’autocandidatura di Vendola sia stata un capolavoro di tempismo: adesso, tutti si ritrovano a dover uscire allo scoperto, visto che se rimangono coperti rischiano di arrivare sul grande palcoscenico mediatico della politica troppo tardi. Già la mancanza di candidature interne al PD appare strana, come un vuoto molto eloquente, l’ennesima dimostrazione di un’afasia già ben al di sopra dei livelli fisiologici. L’ultimo appiglio di tutti coloro che non si sentono pronti (scusate l’impertinenza, ma mi somigliano agli attori hard quando anch’essi non sono pronti…), sono le parole di Napolitano. Vorrei dire loro che il Capo dello Stato null’altro poteva fare se non fare ciò che la stessa Costituzione gli detta. Il punto è che non esiste in Parlamento alcuna maggioranza disponibile, perché sarebbe un vero suicidio per Fini acconciarsi a sostenere un governo che veda esclusi la Lega e il PDL, cioè quelle forze politiche che insistono proprio nella stessa area di opinione, la destra, che Fini, lungi dal volersene separare, pretende invece di rappresentare. Perché mai Fini dovrebbe uscire dalla destra, per andare a finire nella palude centrista, così tanto già affollata da pretendenti capetti di tutti i tipi, a cui ora bisognerà aggiungere anche Montezemolo?

In questa situazione, l’unica cosa che Napolitano può fare è il cosiddetto governo del Presidente, cioè un governo privo di maggioranza parlamentare, con l’unico intento di gestire la fase elettorale al posto di Berlusconi, e questo sarebbe augurabile. Finiamola però una volta per tutte di pensare a riforme elettorali impossibili e ad altre iniziative che non potrebbero mai e poi mai trovare una maggioranza parlamentare. Se poi questa maggioranza si trovasse, sarebbe ancora peggio, sarebbe il governo di lacrime e sangue in campo economico, e non riuscirebbe, ormai dovrebbe essere chiaro, a portare in porto alcuna riforma elettorale. Sarebbe quindi un modo di regalare un nuovo successo elettorale a Berlusconi. Interessante è una simulazione elettorale che dimostrerebbe che al Senato, lasciando inalterati i consensi come si sono manifestati nel 2008, e ipotizzando che Fini riesca a raccogliere anche soltanto un terzo del totale dei consensi elettorali attribuibili ad AN, Berlusconi e Lega da soli non riuscirebbero ad avere la maggioranza. Insomma, non c’è motivo di pensare che le elzioni si traducano oggi in un trionfo di Berlusconi. Tutto dipenderà da come l’area di centrosinistra riuscirà ad affrontarle.

La candidatura di De Magistris, più che un’ipotesi di qualche plausibilità (come possibilità di ottenere la maggioranza dei consensi) rappresenti piuttosto il sintomo di un malessere, di un politico che sperava di contare nell’IDV, e vede che Di Pietro non lo fa contare per nulla, si è rivolto a Vendola che non l’ha degnato di alcun interesse, e che pertanto si presenta come a voler dire che egli esiste ancora politicamente. Lo scopo in fondo è abbastanza chiaro, utilizzare gli eventuali consensi ottenuti in ipotetiche primarie per intessere accordi politici successivi.

5 commenti:

  1. Riallacciandomi al post precedente e alla risposta che mi hai dato, e tenendo presente quanto hai scritto oggi, ti chiedo: facciamo finta che il PD si sciolga come tu auspichi, come dovrebbe a questo punto organizzarsi la sinistra per affrontare eventuali prossime elezioni? Avrebbe il tempo di organizzarsi? Con chi dovrebbe allearsi? Chi dovrebbe essere il leader di tale nuova sinistra da candidare quale premier? Forse tu hai già espresso le tue opinioni a riguardo e sono io che non riesco a comprendere con chiarezza quali potrebbero essere le soluzioni realistiche alla situazione politica attuale. Insomma, Vincenzo, vorrei che tu oltre a dire tutto ciò che è meglio che non si faccia o che è impossibile che si realizzi, mi facessi capire, in parole povere, cosa ritieni che si debba fare, nel senso cosa è fattibile e non solo utopistico.

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  2. @Ciò che io penso come sistema ideale, l'ho scritto nel mio libro. Nella situazione presente, mi pare che la candidatura di Vendola potrebbe coagulare tutti i consensi che potrebbero oggi definire di sinistra, io penso anche la gran parte degli elettori del PD. Anche grillini e IDV potrebbero convergere su una simile candidatura. L'altro schieramento di opposizione al duo Berlusconi - Bossi potrebbe essere di centro, e coinvolgere l'ala più a destra dell'elettorato del PD, l'UDC, l'API e forse anche Fini. I due schieramenti potrebbero apparentarsi per prendere il premio di maggioranza, anche se poi bisognerebbe decidere chi 4esprime il leader della coalizione. Probabilmente, sarebbe meglio che lo esprimesse la lista di centro, tanto la leadership della sinistra di Vendola imporrebbe comunque certi rapporti di forza. Insomma, se guardiamo all'attuale maggioranza, Bopssi non ha bisogno di comparire come leader dello schieramento per comandare, molto più dello stesso Berlusconi.

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  3. In pratica rimane sempre il problema di una sinistra inesistente. Credo che l'unico rappresentante che si possa dire veramente di sinistra sia Vendola. La tua analisi è molto lucida e fila, infatti la pioggia di autocandidature mi puzza come l'approfittarsi della situazione, anche se non riesco a pensarlo di De Magistris. Comunque, già il fatto che Berlusconi potrebbe togliersi dai piedi, sarebbe positivo. Volesse il cielo!

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  4. Già, volesse il cielo!

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  5. @Roby
    Eh già, ma la precondizione assolutamente indispensabile di qualsiasi vittoria è crederci, e purtroppo questi parrucconi del PD non ci credono, visto che nopn hanno alcuna fiducia in sè stessi.

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