sabato 27 febbraio 2010

CARTEGGIO SANTORO - TRAVAGLIO

Stavolta prenderò spunto da una lettera di Barbara Spinelli all’Antefatto, la versione on-line de “Il Fatto”, riguardo allo scambio epistolare tra Santoro, il conduttore di “Annozero”, e il noto giornalista Travaglio, ospite fisso della stessa trasmissione.

La lettera è piuttosto lunga, ma sarebbe bene se la voleste leggere per intero, anche perché vorrei evitare di tentare di riscriverla qui. Dirò soltanto che la Spinelli, col consueto acume, lamenta ciò che il giornalismo è diventato in Italia, a partire dal volgare attacco subito ad opera di Porro in una recente puntata della trasmissione. Alla fine, la Spinelli mette in guardia Santoro perché legge nelle sue argomentazioni qualcosa che lo potrebbe assimilare a Vespa.

Io non ho nulla da obiettare nel merito delle osservazioni della Spinelli, che mi paiono largamente condivisibili. Penso però che bisognerebbe spingersi più in là, perché lamentarsi di cosa sia diventato il giornalismo ai nostri giorni, di come siano fatte le trasmissioni TV, credo si riveli alla fine sostanzialmente inutile. Porro, dice la Spinelli, si comporta come un politico piuttosto che come un giornalista: ebbene, dico io, bisognerebbe farsene una ragione, ammettere che gente come Porro ce ne sarà sempre.

La questione che sovrasta su tutto è ancora una volta la TV. Come ho detto in un commento su un altro blog, Santoro è uomo di spettacolo, egli ama la TV, ama l’audience, utilizza l’informazione per fare spettacolo, e non viceversa. La TV ha le sue regole ferree, che nessuno può pensare di violare, pena l’insuccesso. Appena ieri, in un’intervista a fahrenheit, la rubrica di libri di radiotre, un docente universitario, una persona evidentemente colta ed intelligente, non si risparmiava anche lui una battuta che sento spesso e che ritengo un errore madornale, che la TV, come tutti i mezzi, non è né buona né cattiva, e che quindi tutto dipende da come viene utilizzata. Questa affermazione è errata in linea di principio, per esempio, sarebbe difficile immaginare un uso positivo delle mine antiuomo, se non ci credete, andate pure a passeggiare su un campo minato. In ogni caso, ogni mezzo ha evidentemente una sua specifica destinazione. Se vado in un negozio di elettronica pensando di comprare un telefonino, non ne vorrò uscire con un impianto hifi. I mezzi non possono già in linea di principio essere neutrali, anche per il motivo banalissimo che non sono intercambiabili.

Tornando alla TV, questa richiede inevitabilmente costi enormi, che possono essere coperti solo con la pubblicità. E’ un fatto che perfino Sky, che è tipicamente un servizio a pagamento, abbia anch’essa la pubblicità. D’altra parte, lo sponsor pubblicitario guarda a quante persone accedono allo spot e su questo dato viene stabilito l’importo pagato. Un programma TV che non venga visto non ha evidentemente alcun senso, e data la passività inerente al mezzo, vedere la TV significa inevitabilmente voler assistere ad uno spettacolo. La gran parte della gente non sa cosa sia un libro e si guarda bene dal leggere un articolo sui giornali, come pure rifugge dall’uso di internet, salvo forse per cercare materiale porno. La TV ha quindi raggiunto lo scopo di connettere un pubblico sprovveduto, impreparato, a potenziali fruitori, tipicamente uno come il signor B. Si è cioè spalancato un canale informativo inerentemente dequalificato, che ha bypassato la catena informativa che esisteva nel mondo della comunicazione impedita. Senza TV, l’analfabeta, in senso letterale e allargato, riceveva l’informazione per voce, magari dall’insegnante del paese, magari anche dal farmacista. Esisteva quindi, nel bene e nel male, un filtro che la TV ha fatto saltare. Un soggetto che abbia i soldi, può raggiungere rapidamente ed efficacemente la gran parte della gente che subirà i messaggi ricevuti senza avere la capacità di farne un’analisi minimamente critica.

In questo senso, non vi è alcun dubbio che sia Santoro ad avere ragione: esiste solo quel modo di usare la TV, qualsiasi altro modo alberga soltanto nelle menti di alcuni illuminati.

Cosa si può allora fare per informare correttamente la gente? Io ritengo ci siano solo altri due modi. L’uno è l’intervento sugli insegnanti e tramite loro sulla scuola e sulle nuove generazioni. Per questo avevo ipotizzato la costituzione di un’associazione politico-culturale di insegnanti.

La seconda è la realizzazione di veri e propri documentari sotto forma di filmati da proiettare gratuitamente paese per paese, fosse anche nella piazza principale. Anche questa era un’idea che avevo ipotizzato a proposito delle menzogne su “L’Aquila” e sull’eliminazione dei rifiuti in Campania, ma questi sarebbero solo degli esempi.

Entrambi questi filoni d’iniziativa mi sembrano sia efficaci che realizzabili senza eccessive difficoltà, ma implicano l’esistenza di nuclei di persone organizzate e motivate, che purtroppo ancora non vedo all’orizzonte.

12 commenti:

  1. Che ne pensi del popolo viola? Potrebbero essere loro i nuclei di persone organizzate e motivate a cui ti riferisci?

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  2. Le mie celluline grigie stanno invecchiando inesorabilmente e, mi sembra, più-veloci-della-luce. Non credo di aver capito... In soldoni, Vincenzo, secondo te Santoro sarebbe nel giusto perché è dalla sua la Ragion Suprema dell'audience. Che sia poi raggiunta attraverso le insinuazioni calunniose di Porro contro il suo (di Santoro) "amico" Travaglio, chissenefrega: anche un "amico" può essere sacrificato, se gli indici Auditel si alzano esponenzialmente! Parafrasandoti, "esiste solo questo modo di usare la TV?" Spero di no, mio caro. Non dico che si debba tornare al maestro Manzi, che insegnava ed educava, ma una mission educativa (e informativa) quella TV - che si picca di essere "diversa e intelligente" - dovrebbe averla, soprattutto quando il conduttore si erge a difensore delle voci fuori dal coro. A costo di fare meno audience e meno quattrini. Ma Santoro si è portato né più né meno come un ras di infima categoria, un padrone delle ferriere in sedicesimo. "Io so' io e tu (Travaglio) nun sei un cazzo!" E sposo in pieno le considerazioni di Furio Colombo e Flores d'Arcais sulla vicenda che, se vuoi, puoi leggere qui.

    E, ti prego, correggimi se ti ho frainteso...

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  3. io continuo a pensarla come Daniele Luttazzi (che citava Mc Luhan a modo suo eh...) per cui il medium è il messaggio, quindi penso che chi abbia ancora un po' di dignità NON debba andare in TV a questi pseudo show, perchè poi la cacca puzza (e rischia di coprirti) anche se tu sei nelle vicinanze di chi l'ha fatta.
    e da lontano (come recita un vecchio adagio) non si vede la differenza.
    Io non li guardo, e non ne sento la mancanza. punto

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  4. In teoria ci sarebbe un altro modo di usare la tv e cioè che lo stato monopolizzi tutte le frequenze televisive e abolisca quindi l'auditel, rompendo così quel circolo vizioso ascolti-pubblicità-prodotti più o meno scadenti.
    Comunque io penso che la televisione sia un mezzo superato, almeno per chi è interessato all'informazione, visto che i programmi televisivi posso vederli su internet quando voglio ottenendo inoltre un surplus di informazione che non ha eguali.
    Il problema dei giornalisti di stampa e televisione, oggi, è che si occupano di cose che non hanno la minima importanza o comunque fatti secondari. C'è qualcuno, ad esempio, che ci ha parlato della strage dei curdi in Turchia (con la complicità dei nostri governi "democratici") o di quell'orribile cosa chiamata Trattato di Lisbona? Ecco: il giornalismo, almeno quello dei media tradizionali, è un cadavere che cammina.

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  5. @Ornella
    Sinceramente, non capisco come si possa costituire un raggruppamento senza condividere un progetto, valori di fondo. Quando ci si aggrega su occasion i specifiche, si può anche andare avanti per un po', ma presto ci si accorge di non aver mai veramente condiviso qualcosa. Naturalmente, sto a guardare, ma visto che me lo chiedo, non posso che esternarti le mie perplessità.

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  6. @BC
    Scusami, ma il mio giudizio sulla TV ho tentato di motivarlo con un certo dettaglio. Tu dici che speri che si possa fare buona TV, anche a costo dell'audience. Non so da dove tu tragga questa conclusione, a me pare piuttosto che il maestro Manzi poteva stare in Tv solo in regime di monopolio, ed anche sfruttandone la novità. Il progressivo peggioramento della TV sta avvenendo in tutto il mondo, pare a tanti, me compreso, un processo inarrestabile. Per costoro, meglio cercare altre strade rifiutando la TV. Tu e i giornalisti che citi la pensano diversamente: staremo a vedere. Fino ad allora però, io rimango della mia opinione, che cioè la Tv è spettacolo, e in questo specifico senso è Santoro ad avere ragione, ha ragione nel senso che ha torto Santoro allo stesso modo di come ha torto tutta la TV.

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  7. @Fabio
    Annozero spesso lo seguo, ma concordo egualmente con le tue conclusioni; non è possibile partecipare e tirarsene fuori nello stesso tempo.

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  8. @Matteo
    Concordo con te che il maggior problema del giornalismo stia, più che nelle cose dette, in quelle taciute.

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  9. Travaglio, dalò canto suo, si è messo a fare spettacoli nei teatri: Ieri sera , alle 21,30, si trovava al Metropolitan di Catania, che è un teatro di massa: ecco uno dei modi per raggiungere le masse, aggirando la televisione.

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  10. Efficace l'immagine dell'uso positivo delle mine antiuomo. La Tv, in quanto mezzo di comunicazione, ha dei forti limiti e sono del parere che più di un tot non si possa pretendere da lei. Mi rendo conto che ha un potere enorme ma l'unica strada veramente efficace è spegnerla. Ci sono altri luogo per informarsi e confrontarsi.
    Faccio un altro paragone. Esistono sigarette più leggere e più pesanti, più gustose e meno gustose, ma comunque fanno male. Così è la tv, la puoi fare meglio o peggio, con personaggi più o meno in gamba. Ma la tv in quanto tale nuoce gravemente alla democrazia.

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  11. @Paola
    Diciamo che Travaglio non è che abbia bisogno di visibilità, ne avrebbe anche senza TV e teatro, visto che i suoi articoli appaiono regolarmente sul sito del suo quotidiano, come in quello di Grillo, e di tanti blogs che lo riecheggiano. A mio personale parere, se va al Metropolitan, lo fa banalmente per soldi.

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  12. @Giudaballerino
    Certamente, come dici metaforicamente tu con l'esempio delle sigarette, pur essendo la Tv sempre spettacolo, è comunque vero che c'è spettacolo e spettacolo.

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