mercoledì 18 novembre 2009

RUBRICA SETTIMANALE DI POLITICA INTERNA. N. 15

L’intervento del Presidente del Senato Schifani, che, ricordiamo, è la seconda carica dello stato, tanto da fare le veci del Presidente della Repubblica in caso di suo impedimento, è sicuramente una delle notizie più rilevanti di questi ultimi giorni. Esso si inserisce nella questione riguardante il cosiddetto “processo breve”, un provvedimento esplicitamente invocato da tanti influenti membri del PDL come difesa del premier dagli attacchi politici da parte di settori della magistratura. Ho letto alcuni commenti sulla rete, che, sorprendentemente, almeno dal mio punto di vista, distinguono questo provvedimento da quello precedentemente ventilato della “prescrizione breve”. Adesso, sarei lieto se qualcuno mi spiegasse dove stia la differenza. Mi sembra chiaro che, se un processo non viene celebrato per scadenza di termini perentori che siano previsti per legge, l’effetto è del tutto indistinguibile dal fatto che un reato venga prescritto negli stessi termini: in entrambi i casi, non è possibile pervenire a una sentenza che decida sul contenzioso, penale o civile che sia. Direi che le dichiarazioni esplicite raccolte in questi giorni sulla reale finalità del provvedimento dovrebbero togliere ogni ulteriore dubbio.

Dicono: è un diritto di un accusato di essere giudicato in un tempo ragionevole. Io dico: sarà un diritto di una vittima che un reato a suo danno riceva una eventuale sanzione mediante una sentenza pronunciata a nome del popolo italiano, no? Se il problema è una carenza di risorse in mezzi e personale, che si provveda con apposito stanziamento. Se c’è un comportamento colposo da parte di magistrati, cancellieri e personale subalterno, si sanzioni allora questa negligenza, sennò, per legge, si punirà la vittima di un reato o chi subisce un danno economico e credeva di potere appellarsi all’autorità statale per il riconoscimento dei propri diritti. In sostanza, il danno è tutto a carico di cittadini del tutto impossibilitati ad influenzare in alcun modo l’efficienza della giustizia.

Occupiamoci adesso dei riflessi di tale vicenda sul quadro politico complessivo. E’ evidente, mi pare, che le difficoltà del signor B. stiano aumentando. La mossa, tanto criticata, di Casini di proporre un lodo costituzionale, è in effetti abile, perché oggettivamente si pone come alternativa al provvedimento sul processo breve, tant’è che i fedelissimi del signor B. si sono affrettati a dire che i due provvedimenti dovrebbero viaggiare in parallelo. Casini fa inoltre un assist a Fini, permettendogli di scartarsi dal signor B. nelle condizioni più blande, risultando come suo difensore: sto con te e ti voglio togliere dai guai, ma ho un’opinione diversa sul modo con cui uscirne. Inoltre, emargina il centro-sinistra, in particolare il PD, che difficilmente, dopo i precedenti, potrebbe convenire su questa procedura. La mossa è abile, perché una legge costituzionale è un’arma a questo punto chiaramente spuntata, dati i tempi tecnici richiesti, che non potrebbero sottrarre il signor B. all’azione della magistratura.

Se consideriamo assieme alcune novità politiche, e soprattutto questo coagularsi di un sostanziale accordo di centro, di un’area che va da Rutelli a Fini, passando per l’UDC, come anche i movimenti dentro la Lega, dalle dichiarazioni anti-Tremonti di Maroni, alla freddezza verso la privatizzazione dell’acqua, gli spazi del signor B. diventano sempre più esigui. Cosa farà o farebbe la Lega alla caduta del signor B., non mi è chiaro: certo, si dovranno sfilare in tempo per non farsi coinvolgere, ma non mi appare chiaro con chi dovrebbero aggregarsi, oltre che con Tremonti, che però mi pare in una situazione meno brillante rispetto ai mesi precedenti. Sembra invece abbastanza chiaro l’asse centrista, che potrebbe addirittura sostituirsi al PDL, se questo dovesse spaccarsi clamorosamente a seguito della caduta del signor B., come destra moderata contro PD e suoi accoliti.

E’ proprio questa situazione quasi disperata del signor B., che ha spinto Schifani a fare una dichiarazione che appare evidentemente assai inopportuna. Difatti, Schifani evoca lo scioglimento del Parlamento e l’indizione di nuove elezioni. La dichiarazione è inopportuna per almeno due motivi. Il primo perché risulta chiaramente una scortesia, un’invasione di campo rispetto alle prerogative del Presidente della Repubblica, fatta poi da chi è chiamato a farne le veci, ove necessario. La seconda è che evocare lo scioglimento del Parlamento da chi presiede una delle due Camere è stravagante direi, in quanto, come loro Presidente, egli dovrebbe rappresentare i senatori, il cui interesse ad andare a casa sembra assolutamente improbabile. Non è un caso che finora Schifani, malgrado sia sicuramente un fedelissimo del signor B., si sia astenuto dal fare dichiarazioni: quella di ieri appare come una mossa quasi disperata, uno degli ultimi tentativi di costringere i parlamentari del PDL a compattarsi sulla difesa ad oltranza del signor B.

8 commenti:

  1. Primaaa! :D
    Chiedo a te se sbaglio, ma io vorrei che si andasse alle elezioni anticipate perchè mi sto convincendo, sempre più, che molti dei sostenitori di Mr B si stiano rendendo finalmente conto che l'unico scopo del nostro premier è quello che si leggiferi per proteggere i suoi interessi giudiziari ed economici. Comincia ad assottigliarsi la fodera di prosciutto negli occhi della gente e questo Berlusconi lo sa, e ne è terrorizzato!

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  2. Ho la sensazione che questo altro non sia che un periodo di transizione verso la creazione di un nuovo partito dominante, centrista e cattolico. Una nuova dc, con casini leader. Ci sono stati altri sterili tentativi, ma questa volta credo proprio che i tempi siano maturi anche per l'opinione pubblica.
    Si ripassa dal via,
    io salto un giro!!

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  3. @Ornella
    Le elezioni sono la vera prova del fuoco, e non credo esista nessuno che possa fare una previsione "certa", meno che mai io. Il signor B. tentenna, perchè sa che sarebbe comunque un azzardo, stavolta senza possibili repliche. Anche i centristi, per via della ristrutturazione al loro interno, avranno una fifa boia delle elezioni. Forse, solo il PD può guardare con un certo distacco: difficilmente prenderà meno voti che alle europee, e comunque sopra il 20% per loro non cambia nulla: sono autoreferenziali, non hanno rappresentanze alla loro sinistra, non sperano neanche di diventare maggioranza.

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  4. @gigi
    Che ci provino, non c'è alcun dubbio, che ci riescano, è ancora tutto da vedere. Alla fine, quello che rimane della democrazia in questo paese, e cioè il consenso elettorale, è una cosa sempre incerta e, come dicevo nel precedente commento, le previsioni lasciano sempre il tempo che trovano.

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  5. Tutte queste "manovrine" mi sembrano degne di strategie di guerra.

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  6. @Guernica
    Hai perfettamente ragione: un'ulteriore conferma viene dalle ultimimissime dichiarazioni del signor B. che smentisce l'ipotesi di elezioni anticipate. Evidentemente, ha parlato con l'unico che ha i mezzi per "convincerlo", e cioè Bossi, che non ha alcun motivo per andare ad elezioni: lucra la capacità di condizionamento della Lega, e il logoramento lo subisce sempre il signor B. Però, c'è un però: a me pare che perfino la proverbiale compottezza della Lega stia subendo in questi ultimi tempi una crisi, e allora ne vedremmo delle belle. Eppoi, mi chiedo fino a quando il signor B. obbedirà a Bossi: se alla fine ne esce sconfitto, sarebbe comunque meglio per lui buttare all'aria il tavolo da gioco, meglio rischiare che perdere sicuramente.

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  7. questo zoccolo sembrerebbe più duro di quanto lasci immaginare. :(

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  8. @maria rosaria
    Sì, sembra proprio che il signor B. si lasci logorare senza reagire, ma uno sgambetto sul processo breve me lo aspetto, e vedremo se poi potrà far finta di niente...

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