lunedì 19 ottobre 2009

RUBRICA SETTIMANALE DI POLITICA INTERNA. N. 11

Vorrei oggi tornare sull’episodio del servizio andato in onda su Canale 5 sul giudice Mesiano. Si tratta di un episodio di una gravità estrema, in quanto porta alle estreme conseguenze una tendenza che si era vista già in episodi precedenti.

In sostanza, Tv e giornali che fanno riferimento al signor B., non provano neanche a simulare un uso apertamente di parte della loro potenza mediatica al solo fine di difendere il loro padrone. Ricordo che mesi fa Feltri veniva spostato da un quotidiano all’altro dello stesso gruppo, e, caso strano, solo pochi giorni dopo il suo insediamento, Feltri lanciava una campagna di stampa contro Boffo, direttore del quotidiano della CEI “L’Avvenire”, reo di aver criticato ciò che qualsiasi persona di buon senso avrebbe criticato nel comportamento del signor B. Alcuni mesi prima, a Mediaset, era stato fatto fuori Mentana, reo di manifestare una sia pur timida autonomia dal suo padrone. Evidentemente, il signor B., malgrado le sue solite e pietose smentite, ha scientificamente organizzato una offensiva mediatica in grande stile secondo logiche di strategia bellica, con le persone schierate ai posti giusti. Un’ulteriore puntata di questa vicenda è costituita dal vergognoso servizio giornalistico sul sabato di un privato cittadino. Come mai tra tutti i privati cittadini proprio quella specifica persona è stata oggetto di questo servizio? Semplicemente perché egli è il giudice che ha pronunciato la sentenza che ha dato torto al signor B. Ci troviamo quindi nella situazione, di per sé già odiosa, abnorme ed eticamente inaccettabile di quest’uso dei propri mezzi per vendicarsi di presunti torti subiti, con un aggravante non di poc conto: che questo signore che si vendica è il Presidente del Consiglio: questo è ovviamente troppo, e constatare che non c’è nessuna reazione nel paese, non almeno a un livello adeguato alla dimensione del fatto, significa che la democrazia è già stata superata, se non sul piano formale, sicuramente nella testa delle persone.

Se quindi questo è possibile, è così impertinente chiedersi se la parola d’ordine della “libertà di stampa” sia quella più appropriata alla situazione data, e se invece non si debbano introdurre dei correttivi che impediscano quest’uso apertamente di parte della stampa, nascondendosi maldestramente dietro il cosiddetto diritto di cronaca, che mi pare un problema ben più scottante. A margine, rimango eserefatto a vedere come ci siano dei giornalisti che hanno perso ogni minima traccia di dignità personale, vendendosi completamente, fino al midollo al loro padrone.

6 commenti:

  1. Ti ricordi che a proposito della decisione del giudice Mesiano, Berlusconi ha detto: " Ne sentiremo delle belle su quel giudice..." creando in tutti l'aspettativa di conoscere chissà quali nefandezze! Quindi lui sapeva già di quel filmato! Ora, io mi domando, è mai possibile che non ci sia stato, e non ci sia tuttora, uno straccio di giornalista che gli chieda conto di quelle parole!?

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  2. Io non sono così esterrefatto della perdita di dignità dei giornalisti. E' solo una categoria più esposta di altre.
    Purtroppo la realtà e che quasi tutti i lavoratori sono pronti a perdere la loro dignità per conservare il lavoro e/o un discreto stipendio, o una posizione...o, in sostanza, quanto si è guadagnato in anni di lavoro.
    Il potere di ricatto dei datori di lavoro, in tutti i settori, è diventato enorme, per via della crisi di posti di lavoro e della costante perdita dei diritti. L'assoggettamento della stampa ne è solo una triste e dannosa conseguenza. Per cambiare la situazione bisognerebbe ripartire dai diritti dei lavoratori, ma, visto l'andazzo, non sono ottimista...

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  3. Cosa ci sta a fare l'Ordine dei giornalisti? Niente, assolutamente niente. Infatti Vittorio Feltri è stato espulso da quell'Ordine e adesso vediamo cosa fa.

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  4. "Ne sentiremo delle belle su quel giudice"
    sperava di trovare chissà quali macchie...invece solo un lavaggio sbagliato dei calzini!

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  5. Caeissimo, grave lo è , ma credo che sia stato un autogoal, dato che si sono resi ridicoli sia dal punto di vista giornalistico che umano.
    E poi il giudice potrà denunciare se vuole data la legge sulla privacy.
    Io personalmente ho usato questo servizio per ridicolizzare i fan del Biscione e del Governo e credimi qualcuno ha abbassato gli occhi.
    Un saluto affettuosos e scusa l'assenza, casini della vita in corso.

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  6. B. ha usato i suoi mezzi per "manganellare" il magistrato in senso simbolico. Non si usa più il bastone, ma, forti delle nuove tecnologie, si usa un mezzo molto potente come la televisione. Per intimidire, oltraggiare, umiliare. Tutto di fronte a una parte di cittadini ai quali nulla importa di quest'episodio vergognoso, indegno di una democrazia civile.
    Sono disgustata soprattutto se penso che un uomo del genere ottiene ancora larghi consensi.

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