giovedì 12 febbraio 2009

SILENZIO ANCHE SUL WEB SU "WHY NOT"?

Posso chiedervi di spostare la vostra attenzione su argomenti diversi dai conflitti istituzionali berlusconeschi e dalla bioetica ad altro? Non finiamo, se possibile, con lo scimmiottare il comportamento dei giornali o delle TV, che concentrano le loro attenzioni su due, tre fatti, e poi il resto è come se neanche accadesse.
Scusatemi, ma io non riesco a dimenticare la sporca vicenda collegata all'inchiesta "Why not".
Riasumiamo brevemente i fatti: su iniziativa del Ministro della giustizia, il pubblico ministero di Catanzaro De Magistris, titolare dell'inchiesta "Why not",à stato dal CSM esonerato dall'incarico e trasferito ad altra sede. L'inchiesta è stata quindi affidata alla Procura Generale di Catanzaro. Il Procuratore di Salerno Apicella ha aperto un'indagine sul comportamento della PG di Catanzaro in merito a queste inchieste. Va premesso, a beneficio di chi lo ignorasse, che, per un ovvio motivo di garanzie, comportamenti illeciti di magistrati nell'esercizio delle proprie funzioni vanno indagate ed eventualmente perseguite in una sede differente. Tale sede è definita da norme. Ad esempio, i magistrati di MIlano furono a suo tempo indagati da Brescia, come certo ricorderanno quelli meno giovani di voi. Analogamente, le stesse norme hanno stabilito che la sede competente nei confronti dei magistrati di Catanzaro è Salerno.
Perchè questa lunga premessa? Perchè, sebbene nessuno di noi, non avendone competenza istituzionale e neanche conoscenza adeguata delle inchieste, può stabilire la fondatezza delle motivazioni formulate da Apicella riguardo la richiesta di sequestro del materiale dell'inchiesta "Why not" alla PG di Catanzaro, tutti però dobbiamo sapere che tutto ciò, non solo rientra nelle sue competenze istituzionali, ma anzi dovrebbe essere considerato un vero e proprio atto dovuto.
A seguire, come forse saprete, il PG di Catanzaro ha disposto un contro-sequestro degli stessi incartamenti. Ora, non occorre essere un giurista per capire che, mentre il sequestro, pur potendo essere considerato non sufficientemente motivato, era formalmente comunque lecito, il contro-sequestro da parte dell'indagato, configura un evidente e lampante illecito: nessuno dovrebbe poter abusare del proprio ruolo di magistrato per procedere a provvedimenti che gli servano ad impedire di essere indagato.
Ebbene, il CSM ha disposto dei provvedimenti disciplinari molto più pesanti nei confronti di Apicella che rispetto al PG di Catanzaro. L’ultima puntata (finora) di questa telenovela è stata la decisione del tribunale del riesame di Salerno, a cui il PG di Catanzaro si era rivolto, di confermare e quindi di concordare con la decisione assunta da Apicella.
Quindi, i giudici di merito trovano il comportamento di Apicella del tutto corretto e il sequestro da lui disposto del tutto giustificato, mentre il CSM vi ravvisa gravi elementi di violazione dei suoi compiti di magistrato.
Ora, può ben essere che alla fine sia proprio il CSM ad avere ragione, ma in tal modo quest’organo si sovrappone ai giudici di merito, è in un certo senso come aver istituito un supertribunale, come per certi aspetti i tribunali speciali esistenti duarante il regime fascista.
La cosa perfino più grave è l'inspiegabile silenzio di tutti gli organi di informazione sull’accaduto, o meglio, sull’accaduto a partire da quando se ne cominciò ad occupare il CSM: quando la stampa tutta tace, quando partiti di tutti i tipi tacciono, allora qui ci potrebbe essere qualcosa di grossissimo che coinvolge un po’ tutta la nostra classe dirigente (vedi il post corrispondente). Ringrazio i giornalisti di Annozero che, unici, ne hanno parlato, e mi hanno consentito di non esserne del tutto all’oscuro.

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