martedì 17 febbraio 2009

LA CHIESA ALL'ASSALTO DEL POTERE

Per anni, ho sostenuto che l’anticlericalismo non fosse all’ordine del giorno. La disperata lotta di Giovanni Paolo II contro alcuni aspetti deprecabili del capitalismo mi aveva convinto che si trattasse di polemiche ottocentesche ormai superate: altri i nemici con cui confrontarsi. Adesso lo devo ammettere: avevo torto. Non solo storicamente sono le religioni monoteiste ad avere contribuito maggiormente allo sviluppo dell’ideologia occidentale, ma oggi, il problema della religione cattolica è più che mai d’attualità. Ormai non c’è alcun dubbio: sotto la regia di Ratzinger, la chiesa si è scatenata in una lotta di potere su tutti i fronti. Il fronte principale rimane quello sulla vita e sulla morte, come l'episodio di Eluana illustra ampiamente. Una religione che si è fatta istituzione non può accettare di non controllare il momento culminante per ogni essere umano: è una lotta, come si comprende, totalmente ideologica. Ma quanto trapelato sulle assunzioni di insegnanti col solo titolo di cattolici, avvenuta a Milano, è uno dei tanti esempi di come la chiesa non disdegni nel darsi una dimensione economica, e nell’aspetto tra l’altro più delicato: in una situazione in cui il problema dell’occupazione è sempre più drammatico, poter assicurare il lavoro, significa controllare, anzi direi legare mani e piedi un gran numero di persone a sé. Del resto, quel Saladino che si trova al centro dell'inchiesta "why not", sembrerebbe avere lavorato in stretta combutta con Comuniione e Liberazione. Così, vedete, da una parte una lotta tutta ideologica, dall’altro la solita moda italica dell’occupare pezzi di stato per succhiare risorse pubbliche.

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